Nell'anticipo pomeridiano della decima giornata del campionato di serie A 2010/2011, il Bologna ha avuto la meglio sul Lecce, lasciando l'ultimo posto della classifica e affiancando i salentini a quota 11 punti: 2-0 il risultato al Dall'Ara, con le reti nel finale di Di Vaio all'83° e del subentrante Gimenez all'85°.
Chi pensa ad una cavalcata trionfale dei rossoblù, è completamente fuori strada: il Bologna ha avuto in mano il pallino del gioco, com'era ovvio che fosse giocando in casa contro una diretta concorrente per la salvezza, ma ha palesato i soliti grossi limiti in attacco, con Di Vaio ancora emarginato sulla fascia sinistra e Buscè adattato a fare l'esterno offensivo destro del 4-3-3.
Il predominio territoriale evidenziato nei primi 45 minuti ha prodotto solo due occasioni degne di nota: al 4° minuto Meggiorini, ben servito da Di Vaio, si è fatto respingere la conclusione da Rosati e al 37° capitan Di Vaio è andato vicino al gol con un colpo di testa che si è spento a lato di poco.
Nella ripresa si pensava che Malesani stravolgesse l'assetto tattico del primo tempo, gettando nella mischia almeno uno tra Ramirez e Gimenez per dare un po' di fantasia ad un reparto avanzato totalmente abulico. E invece no: il Bologna ha continuato a giocare con lo stesso assetto, facendo prendere coraggio ad un Lecce che era venuto al Dall'Ara con il chiaro obiettivo di portare a casa un pareggio. Al 48° i salentini sono andati vicini al vantaggio con Munari, sul cui colpo di testa Viviano ha risposto alla grande. Finalmente al 61° il cambio che tutti aspettavano: fuori un Perez sottotono (ma con l'attenuante dei problemi fisici che fino all'ultimo istante ne avevano messo in dubbio la presenza) e dentro il gioiellino di casa Ramirez. Il Bologna finalmente ha cambiato marcia ed ha iniziato a macinare gioco, rubando metri al Lecce e facendosi minaccioso sotto porta in un paio di occasioni con Di Vaio e Buscè. Al 72° Radovanovic ha dovuto abbandonare il terreno di gioco per infortunio: al suo posto dentro Casarini. Ma il cambio che ha dato al Bologna la marcia in più è stato il terzo: fuori Meggiorini, vistosamente calato nella ripresa, e dentro Gimenez.
All'83° la svolta: capitan Di Vaio, smarcato sul filo del fuorigioco da una giocata aerea di Britos, ha finalmente interrotto il digiuno offensivo dei suoi con un colpo di testa che Rosati è riuscito solo a sfiorare. Non c'è stato nemmeno il tempo di prendere fiato: Gimenez, approfittando di un'errata uscita dell'estremo difensore salentino, ha scaraventato in rete un preciso cross di Di Vaio, facendo esplodere il Dall'Ara. 2-0 e risultato in cassaforte.
Nel finale da registrare l'infortunio di Portanova, che ha dovuto abbandonare il terreno di gioco dopo un durissimo scontro con Jeda (forte contusione al setto nasale per il difensore romano), e un'occasionissima da gol per il Lecce, con un destro dal limite dell'area dello stesso Jeda che ha sfiorato il palo alla sinistra di Viviano.
Tre punti fondamentali, arrivati in coda ad un match dove la tensione l'ha fatta da padrona. Il Bologna è sembrato pieno di buona volontà ma, come spesso accade, troppo confusionario in fase di impostazione di gioco contro un Lecce apparso davvero poca cosa. Malesani ha mandato in campo una formazione sperimentale, privandosi dei suoi giocatori più talentuosi Ramirez, Gimenez e Siligardi: scelta che è apparsa da subito troppo conservativa. Solo dopo un'ora abbondante di gioco, quando si è probabilmente reso conto che l'undici schierato non avrebbe mai scardinato la retroguardia dei salentini, ha deciso di cambiare strategia e di buttare nella mischia Ramirez e Gimenez, restituendo a Di Vaio il ruolo di prima punta che fino a quel momento era stato di Meggiorini: il capitano ha subito dimostrato che quando viene messo nelle condizioni ideali è in grado di trasformare ogni pallone che arriva in area di rigore in oro, trovando il suo sesto sigillo stagionale e servendo subito dopo un assist al bacio per l'accorrente Gimenez. Niente male per un 34enne che per tutto il primo tempo si era sfiancato sulla fascia sinistra per lasciare la zona centrale dell'attacco ad un Meggiorini volenteroso ma apparso ancora una volta allergico al gol.
Tutto è bene quel che finisce bene: tre punti erano d'obbligo e tre punti sono arrivati, dando una bella boccata d'ossigeno alla truppa di Malesani dopo una settimana passata in apnea.
Mercoledì sera il Bologna sarà di scena allo stadio Luigi Ferraris, contro il Genoa di Gasperini: sarà una prova di maturità da affrontare con un pizzico di tranquillità in più, per cercare di aprire una striscia positiva e non strozzare sul nascere l'entusiasmo del pubblico bolognese, provato in queste settimane da un rincorrersi di voci tutt'altro che rassicuranti sul futuro societario.
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Chi pensa ad una cavalcata trionfale dei rossoblù, è completamente fuori strada: il Bologna ha avuto in mano il pallino del gioco, com'era ovvio che fosse giocando in casa contro una diretta concorrente per la salvezza, ma ha palesato i soliti grossi limiti in attacco, con Di Vaio ancora emarginato sulla fascia sinistra e Buscè adattato a fare l'esterno offensivo destro del 4-3-3.
Il predominio territoriale evidenziato nei primi 45 minuti ha prodotto solo due occasioni degne di nota: al 4° minuto Meggiorini, ben servito da Di Vaio, si è fatto respingere la conclusione da Rosati e al 37° capitan Di Vaio è andato vicino al gol con un colpo di testa che si è spento a lato di poco.
Nella ripresa si pensava che Malesani stravolgesse l'assetto tattico del primo tempo, gettando nella mischia almeno uno tra Ramirez e Gimenez per dare un po' di fantasia ad un reparto avanzato totalmente abulico. E invece no: il Bologna ha continuato a giocare con lo stesso assetto, facendo prendere coraggio ad un Lecce che era venuto al Dall'Ara con il chiaro obiettivo di portare a casa un pareggio. Al 48° i salentini sono andati vicini al vantaggio con Munari, sul cui colpo di testa Viviano ha risposto alla grande. Finalmente al 61° il cambio che tutti aspettavano: fuori un Perez sottotono (ma con l'attenuante dei problemi fisici che fino all'ultimo istante ne avevano messo in dubbio la presenza) e dentro il gioiellino di casa Ramirez. Il Bologna finalmente ha cambiato marcia ed ha iniziato a macinare gioco, rubando metri al Lecce e facendosi minaccioso sotto porta in un paio di occasioni con Di Vaio e Buscè. Al 72° Radovanovic ha dovuto abbandonare il terreno di gioco per infortunio: al suo posto dentro Casarini. Ma il cambio che ha dato al Bologna la marcia in più è stato il terzo: fuori Meggiorini, vistosamente calato nella ripresa, e dentro Gimenez.
All'83° la svolta: capitan Di Vaio, smarcato sul filo del fuorigioco da una giocata aerea di Britos, ha finalmente interrotto il digiuno offensivo dei suoi con un colpo di testa che Rosati è riuscito solo a sfiorare. Non c'è stato nemmeno il tempo di prendere fiato: Gimenez, approfittando di un'errata uscita dell'estremo difensore salentino, ha scaraventato in rete un preciso cross di Di Vaio, facendo esplodere il Dall'Ara. 2-0 e risultato in cassaforte.
Nel finale da registrare l'infortunio di Portanova, che ha dovuto abbandonare il terreno di gioco dopo un durissimo scontro con Jeda (forte contusione al setto nasale per il difensore romano), e un'occasionissima da gol per il Lecce, con un destro dal limite dell'area dello stesso Jeda che ha sfiorato il palo alla sinistra di Viviano.
Tre punti fondamentali, arrivati in coda ad un match dove la tensione l'ha fatta da padrona. Il Bologna è sembrato pieno di buona volontà ma, come spesso accade, troppo confusionario in fase di impostazione di gioco contro un Lecce apparso davvero poca cosa. Malesani ha mandato in campo una formazione sperimentale, privandosi dei suoi giocatori più talentuosi Ramirez, Gimenez e Siligardi: scelta che è apparsa da subito troppo conservativa. Solo dopo un'ora abbondante di gioco, quando si è probabilmente reso conto che l'undici schierato non avrebbe mai scardinato la retroguardia dei salentini, ha deciso di cambiare strategia e di buttare nella mischia Ramirez e Gimenez, restituendo a Di Vaio il ruolo di prima punta che fino a quel momento era stato di Meggiorini: il capitano ha subito dimostrato che quando viene messo nelle condizioni ideali è in grado di trasformare ogni pallone che arriva in area di rigore in oro, trovando il suo sesto sigillo stagionale e servendo subito dopo un assist al bacio per l'accorrente Gimenez. Niente male per un 34enne che per tutto il primo tempo si era sfiancato sulla fascia sinistra per lasciare la zona centrale dell'attacco ad un Meggiorini volenteroso ma apparso ancora una volta allergico al gol.
Tutto è bene quel che finisce bene: tre punti erano d'obbligo e tre punti sono arrivati, dando una bella boccata d'ossigeno alla truppa di Malesani dopo una settimana passata in apnea.
Mercoledì sera il Bologna sarà di scena allo stadio Luigi Ferraris, contro il Genoa di Gasperini: sarà una prova di maturità da affrontare con un pizzico di tranquillità in più, per cercare di aprire una striscia positiva e non strozzare sul nascere l'entusiasmo del pubblico bolognese, provato in queste settimane da un rincorrersi di voci tutt'altro che rassicuranti sul futuro societario.
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