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sabato 3 ottobre 2015

Il Bologna FC festeggia 106 anni di storia: buon compleanno BFC!

Compleanno 106 del Bologna F.C. 1909

Il Bologna F.C. 1909 festeggia oggi 106 anni di storia: il 3 ottobre 1909 fu fondato presso la birreria Ronzani in via Spaderie per iniziativa di un giovane boemo, Emilio Arnstein, che una volta capitato sotto alle due torri cercò giovani che condividessero la sua passione.
Fu eletto presidente Lous Rauch, odontoiatra svizzero, Arrigo Gradi fu il primo capitano e fu proprio lui ad ispirare di adottare come colori sociali il rosso e il blu, presentandosi agli allenamenti con una maglia a scacchi rossoblù di un collegio svizzero nel quale aveva studiato. L'anno seguente agli scacchi furono sostituite le strisce verticali, manenendo i colori originali.
E il mito ebbe inizio.

Da allora sono trascorsi 106 anni: anni gloriosi intrisi di storia, 7 scudetti (sarebbero otto se ci avessero assegnato quello revocato al Torino nel 1927), 85 campionati di serie A, due Coppe Italia, due coppe dell'Europa Centrale (l'equivalente all'epoca di quello che oggi è la Champions League), una Mitropa Cup, una Coppa di Lega Italo-Inglese, un Trofeo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi, una Coppa Intertoto.
Protagonisti principali della storia ultracentenaria del Bologna F.C. 1909

Tanti sono i campioni che hanno indossato i nostri colori: tra tutti Angelo Schiavio, Carlo Reguzzoni, Amedeo Biavati, Gino Cappello, Cesarino Cervellati, Gino Pivatelli, Giacomo Bulgarelli, Helmut Haller, Harald Nielsen, Ezio Pascutti, Giuseppe Savoldi, Carlo Nervo, Roberto Baggio, Giuseppe Signori, Marco Di Vaio.
Tra gli allenatori impossibile non citare Hermann Felsner, Arpad Weisz, Fulvio Bernardini, Edmondo Fabbri, Bruno Pesaola, Renzo Ulivieri, Carlo Mazzone.
Tra i presidenti, uno solo si erge sopra a tutti: il mitico Renato Dall'Ara, al quale è oggi intitolato il nostro stadio.

E' curioso e triste che tanti ragazzini di oggi pensino che siamo una squadra provinciale, a livello di Atalanta e Chievo, inferiore a Palermo e Udinese. Noi abbiamo fatto la storia del campionato italiano, noi rappresentiamo l'élite del calcio italiano.
Siamo la quinta squadra d'Italia come numero di scudetti, dietro solo a Juve, Milan, Inter e Genoa.

E anche se oggi i giorni di gloria sono lontani, noi abbiamo il DNA vincente e finché trasmetteremo ai nostri figli l'orgoglio di sventolare fieramente al cielo una bandiera rossoblù, consapevoli di ciò che quei colori hanno rappresentato, rappresentano e rappresenteranno sempre, il mito dello squadrone che fece tremare il mondo non morirà mai, ma resterà in eterno scolpito nella storia: nell'attesa di aggiungere nuove immagini di successi ad un album impolverato che merita di essere sfogliato dalla prima all'ultima pagina.

A seguire il bellissimo video diffuso dal canale You Tube della società che raccoglie in pochi minuti i filmati più rappresentativi di questa bellissima avventura.


Buon compleanno Bologna: noi saremo sempre con te, nel bene e nel male, finché morte non ci separi.

#BFC106: la storia rossoblù in un breve filmato


- Per visualizzare gli inni ufficiali e le canzoni dedicate al Bologna, clicca QUI

- Per i video e i testi dei cori dedicati al Bologna dai tifosi della curva Bulgarelli/Andrea Costa, clicca QUI
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lunedì 27 ottobre 2014

Roberto Mancini e Corvino fotografati insieme: il Bologna del futuro sarà affidato a loro?

Stemma-Logo Bologna F.C. 1909
Il Bologna F.C. 1909 del futuro potrebbe essere affidato alla coppia Roberto Mancini - Pantaleo Corvino.

L'allenatore jesino e il direttore sportivo sarebbero stati fotografati insieme il 27/10/2014 mentre si trovavano a colloquio in un bar di Bologna da un utente del Forumrossoblù (l._d.), che si ringrazia per aver immortalato la scena: se l'incontro tra i due venisse confermato, potrebbe trattarsi di un vero e proprio scoop.
La foto è molto sgranata, pertanto non si può affermare con certezza che si tratti effettivamente di loro: l'utente che ha realizzato lo scatto ha dato assicurazioni in tal senso, io mi limito solo a riportare il fatto e a condividere l'immagine, lasciando a voi i giudizi.

Roberto Mancini e Pantaleo Corvino a Bologna?
Potrebbe trattarsi di un semplice colloquio informale tra colui che con ogni probabilità sarà il nuovo DS del Bologna e uno degli allenatori più vincenti dell'ultimo decennio: inutile negarlo, la possibilità che i due stiano già lavorando alla costruzione della squadra in vista della prossima stagione nella massima serie c'è e non è così remota.
Il progetto di Joe Tacopina e Joey Saputo è molto ambizioso e affidare la panchina ad uno degli allenatori più quotati sul mercato, da sempre legato alla città di Bologna, sarebbe un ottimo biglietto da visita per presentarsi in serie A da protagonisti.
Inoltre il fatto che un allenatore come Mancini decida di rimettersi in pista in una piazza come Bologna certificherebbe la bontà del progetto e spazzerebbe via tutti i dubbi sulle reali intenzioni della nuova compagine societaria.

Conosciamo più da vicino i due uomini che potrebbero far parte del Bologna del futuro.

Pantaleo Corvino è un dirigente sportivo segnalatosi negli anni come uno dei più abili talent scout del nostro campionato: ha lavorato per il Lecce e per la Fiorentina, portando alla ribalta numerosi talenti che hanno fatto le fortune sportive e finanziarie dei rispettivi club di appartenenza. Fermo dal 2012, il suo nome è da settimane accostato al Bologna e di recente si è recato in Canada a far visita al suo amico Joey Saputo, da pochi giorni azionista del club rossoblù.

Roberto Mancini con la maglia del Bologna (1981-82)
Roberto Mancini non ha bisogno di presentazioni: esordì in serie A a soli 16 anni nella stagione 1981/82 con la maglia rossoblù, chiudendo il campionato con 30 presenze e 9 reti.
Fu un'annata tragica per il Bologna, visto che si concluse con una sanguinosa retrocessione in serie B, la prima in 73 anni di storia (era una delle tre società a non essere mai retrocesse, insieme a Juventus e Inter): una macchia indelebile, un bivio che portò uno dei club più gloriosi del calcio italiano a precipitare nei bassifondi delle serie minori e perdere per sempre il ruolo di nobile del campionato.
Mancini, ceduto alla Sampdoria al termine di quella stagione, ebbe una brillante carriera da calciatore che lo portò a conquistare sul campo due scudetti (Sampdoria e Lazio), sei Coppe Italia (un record), due Supercoppe Italiane, due Coppe delle Coppe e una Supercoppa Europea.
Appese le scarpe al chiodo, iniziò subito la carriera di allenatore conquistando trofei con tutti i club guidati: Fiorentina (Coppa Italia 2001), Lazio (Coppa Italia 2004), Inter (tre scudetti, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane), Manchester City (uno scudetto, una Coppa d'Inghliterra e un Community Shield) e Galatasaray (Coppa di Turchia 2014).
Che sia proprio lui, uno dei pochi a salvarsi in quell'annata maledetta, il prescelto per guidare il Bologna in vista di un ritorno in grande stile nella massima serie?
Il suo ingaggio avrebbe un valore simbolico eccezionale, perché significherebbe ricucire quel filo che si era spezzato in quel di Ascoli il 16 maggio 1982: l'ultimo grande talento ad indossare la maglia rossoblù mai retrocessa in serie B a guidare la riscossa del club dalla panchina.

Il sogno di rivedere Mancini a Bologna passa però da una "condicio sine qua non", la conquista della serie A sul campo: pertanto l'attenzione deve essere rivolta ai prossimi tre difficili impegni che metteranno di fronte i rossoblù a tutte le prime della classe, Trapani, Livorno e Carpi.
Al termine di questo trittico si capirà se la squadra è attrezzata per la promozione diretta o se occorrerà apportare dei correttivi durante il mercato di gennaio.
Nel frattempo, piena fiducia a Diego Lopez e Filippo Fusco: il gruppo sta facendo bene ed è giusto riconoscere tutti i meriti a chi lo ha costruito con fondi limitati per non dire nulli, riuscendo a tenere la barca in linea di galleggiamento in un momento molto delicato.
Per pianificare il futuro c'è ancora tempo, per ora accontentiamoci di vedere nomi di questo calibro accostati al BFC: i tempi in cui allenatori di terza o quarta fascia si permettevano di rifiutare la nostra panchina sono finiti.
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venerdì 17 ottobre 2014

Conferenza stampa di Lopez e l'incontro tra Tacopina, Saputo e la squadra (video)

Stemma-Logo Bologna F.C. 1909
Ecco il video della conferenza stampa dell'allenatore Diego Lopez successiva all'incontro tra la squadra e i nuovi proprietari del Bologna F.C. 1909 Joe Tacopina e Joey Saputo, tenutasi il 17/10/2014, alla vigilia del match interno contro il Varese.

Buona visione!


Fonte del video:
- You Tube, canale Bologna F.C.

Video della conferenza stampa di Diego Lopez e l'incontro tra Tacopina, Saputo e i giocatori

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giovedì 16 ottobre 2014

Joe Tacopina & Joey Saputo Day: diretta video streaming della conferenza stampa del Dall'Ara

Stemma-Logo Bologna F.C. 1909
Ecco la diretta video streaming della conferenza stampa della cordata americana capitanata da Joe Tacopina e Joey Saputo che si terrà presso la Terrazza Bernardini dello stadio Renato Dall'Ara il 16/10/2014 alle ore 16.30 (collegamento dalle 16): sarà presente all'evento anche Marco Di Vaio, ex capitano e bomber indimenticato del Bologna F.C. 1909.

Buona visione!


Fonte dello streaming:
- nettunotv.tv
- corrieredibologna.corriere.it

Diretta video streaming della conferenza stampa
(Joe Tacopina, Joey Saputo, Marco Di Vaio)


Nettuno TV
clicca QUI
E'-TV Rete 7
clicca QUI


- Se vuoi vedere il video della conferenza stampa, clicca QUI

- Per visualizzare l'elenco dei punti chiave trattati nella conferenza stampa e il commento, clicca QUI
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martedì 30 settembre 2014

Tacopina & Saputo Vs. Zanetti & Guaraldi: quale futuro per il Bologna FC?

Stemma-Logo Bologna F.C. 1909
Quando tutto lasciava presagire che Joe Tacopina e Joey Saputo fossero sul punto di chiudere la trattativa e togliere dalle grinfie di Guaraldi il glorioso Bologna F.C. 1909, ecco il colpo di scena: torna a farsi vivo Massimo Zanetti, quello del "se c'è bisogno io ci sono".
Lo stesso Zanetti che ha abbandonato la poltrona di presidente dopo meno di un mese senza aver mai visto una partita al Dall'Ara e che ha lasciato un "diversamente capace" quale Guaraldi al comando di un'azienda nella quale aveva investito 4 milioni di euro, assistendo dietro alle quinte e senza proferire verbo alla cessione sistematica di tutti i pezzi pregiati che componevano la rosa rossoblù. Lo stesso magnate che ha lasciato che il Bologna rotolasse in serie B dopo la cessione di Diamanti a mercato chiuso e che recentemente ha permesso che il club venisse penalizzato per il mancato pagamento dell'Irpef nei tempi previsti.
Quando mesi fa tutti lo invocavano e gli chiedevano di intervenire, l'unica risposta che è arrivata dal suo entourage è stata una fredda nota nella quale si declinava l'invito ad assumere un ruolo di primo piano nella gestione del club, che nel frattempo è stato amministrato in maniera demenziale e ha battuto in questi anni ogni record negativo della propria storia.
Proprio ora che esiste la concreta possibilità di finire in mano ad un gruppo di investitori sulla carta danaroso, Mr. Segafredo si è sentito in dovere di esporsi pubblicamente e in prima persona, dichiarando di avere l'intenzione di far fronte all'aumento di capitale necessario ad evitare che il Bologna rischi di fallire nei prossimi mesi e di voler partecipare direttamente alla gestione attraverso l'inserimento nel CDA di un suo uomo di fiducia, quel Luca Baraldi che da queste parti conosciamo bene per le non proprio illuminate operazioni Pisanu e Paponi col Parma.
Tempismo perfetto, non c'è che dire.

Questo tardivo intervento è suscettibile di molteplici interpretazioni: chi tira l'acqua al mulino dell'imprenditore trevigiano sostiene che sia stato un gesto di generosità finalizzato esclusivamente a permettere al Bologna di sopravvivere nel caso in cui la trattativa con gli americani non vada a buon fine; al contrario, chi parteggia per Tacopina & Saputo pensa che sia una trama dei soci per restare in sella e puntare alla costruzione del centro tecnico, da sempre unico e vero obiettivo dell'attuale proprietà.
Probabilmente la verità starà nel mezzo.

Ma cosa ci guadagnerebbe Zanetti ad aiutare Guaraldi?
Ovviamente per un imprenditore impegnato nella quotazione in borsa della propria impresa sarebbe sconveniente risultare coinvolto nel fallimento di una società della quale risulta socio: dare ossigeno al Bologna significa pertanto prendere tempo e scongiurare l'ipotesi che vi possano essere ripercussioni sui soci uscenti nel caso in cui i nuovi proprietari non siano realmente solvibili.
Un'altra chiave di lettura potrebbe imputare il coinvolgimento di Zanetti al fatto che gli americani, consapevoli delle difficoltà in cui versava il club, non avrebbero voluto rilevare le quote dei soci ma procedere solo alla ricapitalizzazione del club: in questo caso coloro che fino ad ora avevano avuto la possibilità di stare sotto ai riflettori investendo cifre che nel calcio rappresentano poco più che degli spiccioli da allungare al lavavetri di turno al semaforo, si sarebbero trovati tra le mani partecipazioni di minoranza pressoché inutili.
Dovendo trattare con un interlocutore forte come Zanetti la cessione di un Bologna che non ha più la spada di Damocle delle prossime scadenze da onorare puntata sulla testa, Tacopina e Saputo si vederebbero così costretti a rivedere i propri piani in quanto non sarebbe più sufficiente procedere ad un aumento di capitale per avere la maggioranza ma verrebbe loro richiesto di liquidare anche lo stesso imprenditore trevigiano, Guaraldi e gli altri soci.
Dietro a questa seconda ipotesi, non ci sarebbe certamente il bene del BFC, ma esclusivamente quello delle tasche di coloro che hanno voluto giocare a fare i presidenti di serie A senza conoscere le regole: hanno sbagliato tutto quello che era possibile sbagliare nella gestione della società e ora dovrebbero farsi da parte rinunciando a quanto investito per evitare conseguenze ben peggiori nel caso in cui in seguito ad una richiesta di fallimento venisse scoperchiata la pentola dei conti.

Se davvero voleva il bene del Bologna perché Zanetti non è intervenuto a gennaio, impedendo a Guaraldi di vendere Diamanti e prendendo un paio di buoni giocatori per preservare quella serie A che era un bene primario in quanto permetteva di incassare decine di milioni di euro di diritti televisivi? Perché proprio ora?
Non poteva attendere gli esiti della trattativa con gli americani e nel caso in cui non fosse andata a buon fine aiutare il club facendo l'aumento di capitale? Così almeno sarebbe apparso agli occhi della piazza come il salvatore della patria e avrebbe tenuto lontani i sospetti che il suo coinvolgimento sia finalizzato solamente al recupero dei milioni di euro investiti una volta appurato che l'interesse degli investitori si era fatto concreto.

Se (e sottolineo se) il progetto di Tacopina e Saputo fosse serio e prevedesse nel prossimo futuro l'investimento di oltre 100 milioni di euro di cui 60 per la ristrutturazione dello stadio, lasciar passare questo treno solo per rientrare dei pochi denari versati nelle casse della società sarebbe egoistico e alquanto presuntuoso da parte di chi ha procurato solo danni gravissimi all'immagine del Bologna. E' come se acquistassi un'auto sportiva pagando solo l'anticipo, mi pavoneggiassi per il quartiere mostrandola a tutti e poi mi schiantassi contro un palo: posso pretendere di riportarla al concessionario e recuperare anche l'anticipo?
Cari signori, il mondo non funziona così: ora avete gli occhi di tutta la città puntati addosso e dovrete rispondere delle vostre azioni non solo ai tifosi, ma anche all'amministrazione locale, ingolosita dai dollari potenzialmente in arrivo.
Se la politica in questi anni ha partorito zero progetti di innovazione, chissà che nuove opportunità non possano nascere da questo piano ambizioso che farebbe sbarcare il nome della città di Bologna oltreoceano: infrastrutture e servizi all'avanguardia attorno allo stadio, nuovi posti di lavoro e, cosa più importante, una squadra di calcio vincente che renda finalmente onore alla sua storia.

Pertanto, signor Zanetti, se ha intenzione di investire quanto è nelle sue possibilità, ben venga il suo ingresso: nessuno oserà proferire verbo se ingaggerà un allenatore del calibro di Roberto Mancini (tanto per fare un nome uscito in questi giorni) e darà vita a un progetto finalizzato a riportare il Bologna in Europa nel giro di tre o quattro anni, procedendo alla ristrutturazione di uno stadio che ormai cade a pezzi e non sarebbe comunque a norma per giocare le coppe.
Ma se vuole farci mangiare sardine spacciandole per caviale, sappia che stiamo ancora vomitando dopo aver assaggiato il buon vinello del suo socio Guaraldi.

Esiste un'altra possibilità, ma non oso nemmeno immaginarla: Saputo e Zanetti assieme, due multimilionari che a braccetto riportano il Bologna in paradiso. A livello di immagine ne beneficerebbero entrambi, con Zanetti magari convinto ad accettare un ruolo decisionale di secondo piano in cambio di una partnership con il Montreal Impact che porti il nome Segafredo nel continente americano.

Tutte ipotesi: di concreto per ora non c'è nulla se non che il fallimento pare scongiurato o per lo meno posticipato.

Non ci resta che attendere, nella speranza che sia solo una mossa strategica in una trattativa complessa e che la cordata capitanata da Tacopina non si spazientisca e decida di investire altrove i propri dollari. A tirare troppo la corda si rischia che si spezzi...

Ci tengo a precisare che parlo da semplice tifoso che legge sugli organi d'informazione quello che entrambe le campane vogliono far sapere: non sono né amico né conoscente di qualcuno che sta nella stanza dei bottoni o millanta di avere accesso a informazioni riservate.
Quindi quando scrivo lo faccio col cuore, visto che non ho alcun interesse in gioco se non quello di poter andare in curva a sostenere un Bologna finalmente ambizioso dopo anni di buio pesto: un particolare che mi distingue nettamente da tanti personaggi del mondo dell'informazione che gravitano attorno ai rossoblù e hanno più di un interesse a tirare la volata ad una parte piuttosto che ad un'altra.

Meritiamo un'opportunità, meritiamo di sognare in grande.

Forza Bologna.
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giovedì 20 marzo 2014

Bologna: manifestazione contro Guaraldi sabato 22 marzo 2014 a Zola Predosa

Comunicato gruppi manifestazione Zola Predosa
I gruppi della curva Andrea Costa con l'appoggio del Centro Bologna Clubs hanno organizzato una manifestazione di protesta contro il presidente del Bologna Albano Guaraldi e tutta la compagine societaria SABATO 22 MARZO 2014 con ritrovo presso Piazza della Repubblica a Zola Predosa (BO) (qui la mappa) per denunciare lo scempio al quale è sottoposto il nostro Bologna, da anni prigioniero di interessi e speculazioni personali che hanno relegato il fattore campo in coda alle priorità dell'attuale proprietà.
La manifestazione sarà NON VIOLENTA e pertanto APERTA A TUTTI coloro che con la propria presenza vorranno prendere le distanze da un progetto sportivo che di sportivo in realtà ha ben poco, visto che in questi ultimi anni è stata fatta razzia di tutto ciò che potesse avere un valore di mercato senza per contro ridurre il debito e a fronte di risultati sportivi RIDICOLI se rapportati ai costi ai quali è soggetto il club.

L'attuale proprietà in questi tre anni ha fallito ogni obiettivo:

- ha INDEBOLITO la rosa, rimpiazzando i giocatori partenti (su tutti Diamanti, Taider, Portanova, Ramirez, Mudingayi, Gillet, Viviano, Raggi, Britos fino al mancato riscatto di Gilardino che per mesi è stato definito una formalità) con uomini assolutamente inadatti sia per motivazioni che per evidenti limiti fisici o tecnici all'obiettivo MINIMO del club, ossia il mantenimento della massima serie, traguardo oggi a fortissimo rischio;

- ha FALLITO ogni piano finalizzato alla riduzione delle spese, con il monte ingaggi che, nonostante le partenze degli uomini più rappresentativi dal punto di vista tecnico e carismatico, non si è assolutamente ridotto soprattutto a causa di una pessima gestione della rosa, composta da oltre 30 giocatori la metà dei quali non pesta mai il campo;

- ha PRESO IN GIRO la tifoseria facendo dichiarazioni puntualmente smentite dai fatti, su tutte l'intenzione di trattenere Diamanti e Ramirez, entrambi ceduti di lì a pochi giorni (il primo addirittura a mercato in entrata chiuso per poter incassare la somma senza essere costretto a cercare un valido sostituto) e l'affare Gilardino, più volte dato per concluso e che ha portato alla cessione GRATUITA dell'allora capitano Portanova. Il tutto, assumendo personalmente o tramite i propri collaboratori comportamenti che hanno reso RIDICOLO il Bologna a livello nazionale (l'errore o presunto tale alle buste per Viviano, l'esonero "virtuale" di Pioli, delegittimato di fronte a stampa e giocatori ben prima del suo allontanamento, la mancata accoglienza all'arrivo in aeroporto del nuovo acquisto Ibson ecc.);

- ha IMPOSTO un progetto edilizio che farà gravare per decenni un oneroso mutuo sulle casse del Bologna, senza dare alla società un progetto tecnico e una struttura che le permetta di sopravvivere e far fronte a tale impegno finanziario senza essere totalmente dipendente dai diritti televisivi destinati ai club di serie A. Riguardo alla realizzazione di questo centro tecnico attualmente nulla viene fatto trapelare nè in merito alla sua realizzazione, nè riguardo alla sua sostenibilità economica nel futuro in caso di malaugurata ma sempre più probabile retrocessione nella serie cadetta.

- ha ABBANDONATO ogni progetto relativo allo sviluppo del settore giovanile, senza potenziare la rete di osservatori e senza instaurare sinergie significative con le società sportive della provincia. Non a caso negli ultimi anni nessun giocatore proveniente dalle giovanili si è affermato in prima squadra (l'unico che godeva di buone recensioni, Capello, è stato ceduto alla prima offerta);

- ha TRADITO il progetto originale della società finalizzato al coinvolgimento delle forze imprenditoriali ed economiche del terriorio sotto la vigilanza delle associazioni dei tifosi, le quali, nonostante abbiano versato un contribuito economico non indifferente nelle casse del club (ben più alto di alcuni personaggi che si spacciano come soci), sono state arbitrariamente ESCLUSE e non vengono informate circa i progetti futuri del club.
Nonostante il patto di sindacato lo vietasse, tutto il potere è stato accentrato nelle mani di una sola persona che con l'appoggio delle istituzioni locali, dei poteri forti e di una stampa amica sta dimostrando con le proprie azioni ed omissioni di non voler assolutamente gestire al meglio un patrimonio della città come il Bologna Football Club, bensì di volerlo usare come ostaggio per perseguire i propri scopi personali;

- ha SCONFESSATO il proposito manifestato in origine, ossia quello di traghettare temporaneamente la società collaborando attivamente alla ricerca di un acquirente in grado di assicurare un futuro dignitoso a un club nobile come il Bologna F.C., boicottando o insabbiando ogni manifestazione di interesse all'acquisizione del club da parte di soggetti terzi (non si pretende lo champagne, ma quello che è stato descritto come vino buono ha sempre di più il sapore dell'aceto).



Siete contenti di tutto ciò? Vi fa piacere che squadre che nulla hanno in comune col Bologna per blasone e bacino d'utenza ci deridano e vengano regolarmente nel nostro stadio a banchettare dei resti di quella tradizione sportiva che ormai è intrappolata in qualche vecchia foto ingiallita?

Tutti coloro che sabato 22 non saranno presenti a questo raduno senza essere impossibilitati da questioni lavorative o di salute testimonieranno che a loro la situazione attuale va bene e che oggi è questa la dimensione giusta per la squadra della nostra città.

Coloro che aderiranno all'iniziativa, invece, testimonieranno con la loro semplice presenza che il Bologna merita di più.
Per questo è necessaria un'adesione massiccia, non solo degli ultras, ma anche dei tifosi comuni, dei semplici simpatizzanti, delle loro mogli e dei loro bambini: magari nell'immediato non conterà nulla, ma il solo fatto di esserci significherà prendere pubblicamente le distanze da questo scempio e rendere chiaro all'opinione pubblica che chiunque vorrà liberare la nostra squadra da questi speculatori incapaci avrà il nostro pieno appoggio e sostegno.

Non avete la macchina? Temete di non trovare parcheggio?
Nessun problema, alle 13.42 dalla stazione di Bologna Centrale binario ovest parte un treno il cui arrivo a Zola Centro è previsto alle 14.10. Il treno in questione effettua anche numerose fermate intermedie ed è disponibile anche per il ritorno ad intervalli regolari, non superiori ai 60 minuti (si invita a verificare gli orari sul sito di trenitalia).

Non ci sono scuse: ESSERCI PER IL BOLOGNA.


A seguire il testo integrale dei comunicati.

Fonte: Tuttomercatoweb

BOLOGNA È STANCA DI VOI FALLITI.
VIA GUARALDI E TUTTI I SUOI BANDITI.

I Gruppi della Curva Andrea Costa comunicano che Sabato 22 marzo 2014, alle ore 14.30, con ritrovo presso Piazza della Repubblica, a Zola Predosa (BO), verrà organizzata una manifestazione di protesta nei confronti del Presidente Albano Guaraldi e della compagine societaria che detiene la proprietà del Bologna FC 1909.
La manifestazione, alla quale si invitano a partecipare tutti i tifosi rossoblu, senza distinzioni, sarà di non violenta ma ferma condanna dell’operato di chi detiene patrimonialmente ciò che noi tutti riteniamo di possedere per passione, ovvero la squadra della nostra città, e prevede un corteo con arrivo a Parco Respighi, sempre a Zola.
Tale manifestazione è stata decisa, nella sua sostanza e nei suoi modi, per la condotta di Presidente e Soci, colpevoli di un costante depauperamento tecnico ed economico della Società, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, sul campo, nella classifica, e nel bilancio ufficiale del club. A questo, si aggiunge un comportamento della dirigenza, totalmente sordo ad ogni critica, spesso provocatorio, totalmente contraddittorio tra promesse pubbliche fatte e azioni intraprese, e ultimamente anche arrogante nei confronti della tifoseria.
Ora, la misura è colma. A nulla sono servite richieste, rimostranze o contestazioni sporadiche avvenute in questi anni, per vedere cambiata la gestione del club. Adesso, col concreto rischio retrocessione e comunque un futuro precario, crediamo serva un momento di protesta più significativo, in cui i tifosi del Bologna rivendichino il proprio diritto ad avere sogni e speranze, non certo miserie, mortificazioni e menzogne. E crediamo che l’unico modo sia pretendere che questa Presidenza, questa Società, debba segnare il passo, farsi da parte, e accettare il proprio fallimento cercando proprietà più solide e capaci, anzi che respingerle come avvenuto più volte.
Invitiamo quindi, ancora una volta, chi, come noi, ha ancora voglia di avere la passione, il sogno, l’orgoglio a righe rossoblu, a partecipare e unirsi a questa protesta, assicurando che comunque e sempre, nei 90 minuti delle prossime partite, non faremo mancare tifo, calore e supporto alla squadra con l’obiettivo di raggiungere la salvezza, al solito grido:
FORZA BOLOGNA !
GRUPPI CURVA ANDREA COSTA

A seguire, il comunicato del 13 marzo 2014 del Centro Bologna Clubs che appoggia l'iniziativa e invita a partecipare tutti i tifosi:

Il direttivo del Centro Bologna Clubs, presa visione dei contenuti e delle motivazioni espresse nel comunicato dei GRUPPI DELLA CURVA ANDREA COSTA, condividendone la preoccupazione per il rischio retrocessione e per la gestione finanziaria futura del club, INVITA la tifoseria rossoblu ad unirsi alla manifestazione indetta per il giorno 22 MARZO 2014 con ritrovo a Zola Predosa piazza della Repubblica alle ore 14,30.

PER AMORE DEI NOSTRI COLORI....MERITIAMO DI PIU'


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SABATO 22 MARZO ALLE ORE 14.30 TUTTI A ZOLA PREDOSA!

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sabato 22 gennaio 2011

Bologna FC: clamorose dimissioni di Zanetti

Logo Bologna F.C. 1909
Chi pensava che per il glorioso Bologna Football Club 1909 il peggio fosse alle spalle, si sbagliava di grosso.
Massimo Zanetti si è dimesso dalla carica di presidente: un fulmine a ciel sereno che ha lasciato tutti a bocca aperta. Il re del caffè si è congedato con un freddo comunicato (leggi), nel quale ha dichiarato le dimissioni sia dalla carica di presidente, sia da quella di consigliere di amministrazione. Insieme a lui se ne vanno anche i suoi uomini di fiducia, il contestatissimo Baraldi e Trombetti.
Non è quindi durata nemmeno un mese la sua avventura al timone del Bologna, che a questo punto precipita di nuovo nel caos più totale.
I restanti soci di Bologna 2010, tutti proprietari di quote minoritarie, saranno quindi chiamati a provvedere all'aumento di capitale senza il contributo di Zanetti. L'ormai ex presidente ha in ogni caso lasciato a disposizione del Bologna i 4 milioni di euro versati, in quanto lo statuto non prevede il disimpegno di nessun socio prima di un anno.
I soci di Bologna 2010 in un comunicato stampa apparso sul sito del club hanno reso noto di aver nominato Marco Pavignani presidente pro tempore del club, in attesa dell'assemblea prevista per lunedì 24 nella quale dovrà essere completato l'aumento di capitale.

Dopo la sciagurata gestione Menarini e dopo il bluff Porcedda si pensava che nelle mani di Zanetti il Bologna potesse finalmente dormire sonni tranquilli, come peraltro promesso dallo stesso imprenditore trevigiano al suo insediamento: purtroppo non sarà così.
Ma perché un personaggio di tale calibro si sarebbe avventurato nel mondo del pallone per poi tirarsi indietro dopo nemmeno un mese? Di certezze non ve ne sono: ma di ipotesi se ne possono fare tante.
Numero 1: Zanetti non sarebbe mai stato del tutto convinto del suo ingresso in società e le polemiche nate dopo la nomina di Baraldi come AD sia tra i tifosi sia all'interno della stessa cordata lo avrebbero spinto a farsi da parte. Forse non ha sopportato le critiche che i soci e la stampa gli hanno riservato, credeva di avere libertà d'azione nonostante non disponesse della maggioranza assoluta ma dal momento che si è accorto di non poter operare in autonomia ha optato per lasciare ad altri la patata bollente.
Numero 2: nel piano ideato da Consorte, Zanetti avrebbe dovuto rappresentare solo un nome importante da dare in pasto all'opinione pubblica per convincere gli altri soci a partecipare al progetto e i tifosi ad aderire alle associazioni. L'incomprensibile nomina di Baraldi, notoriamente inviso a tifosi e giocatori, faceva parte del piano: far nascere polemiche e contrasti in tutto l'ambiente per giustificare un prematuro ed improvviso addio dell'azionista di maggioranza relativa. E perché Zanetti si sarebbe reso complice di questa farsa? Tanta, tantissima pubblicità.
Numero 3: i conti del Bologna sarebbero in uno stato ben più grave di quello prospettato da Consorte ai soci nel momento in cui ha dato il via al progetto di salvataggio. In tal senso si spiegherebbero gli improvvisi dietrofront prima di Tacopina, poi di Taçi e infine il crack sfiorato con la breve gestione Porcedda: Baraldi, dopo un'analisi più approfondita, potrebbe aver scoperto che in quei bilanci si nasconde qualcosa di strano e Zanetti una volta informato della situazione avrebbe così deciso di abbandonare una nave che fa acqua da tutte le parti.
Tutti scenari verosimili e allo stesso tempo inverosimili in questo giallo che per i tifosi rossoblù si sta trasformando in un vero e proprio horror.
Ed ora? Non resta che attendere il 24 gennaio per sapere cosa ne sarà del Bologna: capiremo se i soci avranno la volontà e la forza di traghettare la nave in porto dopo la fuga del comandante e quali scenari di mercato si apriranno.

Che giudizio dare sulla breve parentesi Zanetti?
Il giorno del suo insediamento ha avuto la brillante idea di presentare Baraldi, l'unico personaggio in grado di mettere malumore sia nello spogliatoio che tra i tifosi e prima di fare questa scelta non si è consultato con nessuno degli altri soci. Tutto legittimo, a patto che disponesse della maggioranza assoluta, ossia il 50% più uno delle quote: l'ex presidente ha assunto comportamenti da padrone quando non lo era affatto, indisponendo coloro che come lui hanno deciso di partecipare al progetto e che si sono trovati esclusi dalle decisioni più importanti (vedi la scelta di Baraldi come AD, nonostante non avesse di certo lasciato buoni ricordi...).
Dopo pochi giorni dal suo insediamento è partito per le ferie: scelta legittima, ma in quel momento decisamente inopportuna. Dopo la contestata nomina di Baraldi, sarebbe stato auspicabile che restasse in città per spegnere le polemiche sul nascere, spiegando le ragioni della sua scelta alla squadra e ai tifosi: così facendo avrebbe se non altro rafforzato la sua posizione di leader della cordata, conquistando la fiducia e il rispetto di gran parte dei soci.
Le prime mosse sul mercato sono state di basso, bassissimo profilo: decisamente non sufficienti a garantire la tranquillità promessa ad una squadra che dà la sensazione di avere dato finora il 110% delle proprie possibilità, ma che ciò nonostante si trova a sole tre lunghezze dal baratro, complici i punti di penalizzazione.
Infine la sua uscita di scena, affidata ad un comunicato alla vigilia di una partita fondamentale come quella contro la Lazio: un tempismo che non si addice a chi afferma di amare i colori rossoblù. Avrebbe se non altro potuto attendere e dare l'annuncio delle dimissioni nella giornata di lunedì, evitando di destabilizzare un gruppo di giocatori che finora è riuscito ad isolarsi dalle turbolenze che hanno investito la società in tutti questi mesi e che sicuramente non sentiva il bisogno di fronteggiare questa nuova tempesta.
Questo improvviso voltafaccia lascia una grande amarezza tra tutti quei tifosi che, illusi dal suo nome altisonante, hanno creduto che per il Bologna si aprisse un futuro dorato dopo anni e anni di sofferenze. In realtà, la sensazione è che lui non fosse mai stato pienamente convinto di entrare nel mondo del pallone. E' vero, aveva una solidità economica invidiabile e se solo avesse voluto avrebbe potuto garantire al Bologna un ritorno in grande stile tra le grandi del calcio: ma purtroppo non è questo lo Zanetti che è sbarcato sotto alle due torri. La realtà parla di una persona che nel calcio non voleva investire e che si è fatta coinvolgere controvoglia, ponendo da subito delle condizioni per aderire al progetto: non si era tuffato in questa avventura con il cuore.
Il Bologna merita un presidente che non consideri la sua carica come una mera qualifica, ma come una vera e propria missione: riportare il Bologna al livello che gli compete. Il re del caffé invece si è arreso subito, come quei bambini che se ne vanno col pallone se non si gioca sottostando alle loro regole. Doveva rappresentare un nuovo inizio e invece è stato solo una meteora che ha squarciato il cielo rossoblù abbagliando tutti con la sua luce e che ha lasciato dietro di sé solo un buio pesto.
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