sabato 24 luglio 2010

Fortitudo Bologna: dalla gioia promozione al baratro!

Fortitudo Bologna
E' veramente triste per me pensare che questo blog, recentemente creato, abbia forse descritto gli ultimi battiti d'ali dell'Aquila biancoblù. Il rammarico è ancora più grande rileggendo le parole del post nel quale celebravo la promozione ai danni di Forlì: all'epoca si sapeva che la situazione finanziaria del club non era delle più rosee, ma nessuno si sarebbe aspettato un epilogo simile, con la Effe esclusa dalla Legadue e costretta a ripartire (se mai ripartirà) dal campionato regionale di Prima Divisione. O forse nessuno voleva davvero crederci.

Giusto per la cronaca, io non sono nato fortitudino: lo sono diventato. Anche se forse il biancoblù ce l'avevo già nel sangue senza saperlo.
Correva l'anno 1993: all'epoca il sottoscritto era poco più di un bambino e non sapeva nemmeno che a Bologna ci fossero due realtà cestistiche seguite con tanto calore. Il basket lo conoscevo appena: ricordo ancora le dirette sulla Rai dei secondi tempi delle partite di cartello, nelle quali vedevo trionfare una certa Knorr Bologna (la Virtus, per intenderci). Ricordo che all'epoca ero contento ed orgoglioso del fatto che la mia città salisse sul tetto d'Italia in uno sport, anche se non era il calcio. In quel periodo il glorioso Bologna F.C., che seguivo assiduamente e con passione, viveva il periodo più buio della sua storia: era appena precipitato negli inferi della serie C e rischiava seriamente di sparire dal panorama calcistico italiano. Era umiliante andare a scuola e sentirmi preso in giro dagli altri ragazzini che tifavano Milan, Juve, Inter, Napoli e persino Foggia mentre la mia squadra scivolava nell'anonimato delle serie minori e potevo sentirne parlare solo per pochi secondi nel Tg regionale di Rai Tre. Rammento ancora le domeniche pomeriggio trascorse a cercare disperatamente una stazione radio che trasmettesse gli epici scontri in quel di Leffe o Palazzolo: spesso, non riuscendo a mantenere la sintonia, mi vedevo costretto a seguire l'evolversi del risultato sul televideo, che però aggiornava i risultati di C1 con venti minuti di ritardo (come minimo...). Che tempi...
In quel periodo sapere che nel basket c'era una realtà bolognese che "le suonava" agli altri fu un'ancora di salvezza che mi permise di poter affrontare a testa alta i ragazzini che mi prendevano in giro al campetto di calcio vicino a casa mia, dicendo loro che a difendere i colori della mia città non c'era solo il Bologna che prendeva schiaffoni da tutti ma anche una squadra di pallacanestro che gli schiaffoni li dava. Poi ricordo come se fosse ieri una frase detta da un ragazzo che stava giocando con me: l'anno prossimo Bologna avrà di nuovo due squadre di basket in serie A1, la Mangiaebevi è stata promossa. Io non ne sapevo nulla, ma una volta rincasato mi ero ripromesso di controllare su televideo se quella notizia fosse vera o meno. Ed ebbi la fortuna di imbattermi in una replica su Rete7 del match decisivo contro Rimini, con un Dallas Comegys monumentale sotto canestro.
Fu così che seppi dell'esistenza della Fortitudo.
Non sapevo della rivalità storica con la Virtus, tant'è che nella stagione 1993-94 ero contento nel vedere le V nere targate Buckler al primo posto in A1: ma c'era qualcosa, non so cosa, che mi attraeva in quella Filodoro BO che sebbene avesse 6 punti di penalità aveva trovato la forza di risalire fino alle prime posizioni della classifica...
Sarà che a me non è mai piaciuto salire sul carro dei vincitori, sarà che veder quella squadra neopromossa là in alto nonostante quel -6 mi aveva entusiasmato, sarà che il blu mi piace più del nero: tant'è che da quella iniziale simpatia è nato il mio amore incondizionato per la Effe scudata. Amore rafforzato nel tempo anche dalla consapevolezza che Virtus e Fortitudo sono sì due squadre di basket, ma che dietro alla loro storia si nascondono le due anime della città di Bologna: quella ricca e un po' snob, abituata a vincere facile nello sport e nella vita e quella più operaia, per la quale ogni soddisfazione, anche la più piccola, è figlia di mille sofferenze.
Beh, per me la scelta è stata automatica e non la rimpiangerò mai. Perché le gioie e le emozioni che mi ha saputo regalare questa squadra sono impagabili. L'attesa per un successo che sembrava non voler arrivare mai, nonostante anni di superiorità tecnica incontrastata, non ha mai intaccato la mia fiducia: sapevo che un giorno quella formazione che non aveva mai provato la gioia di alzare un trofeo ce l'avrebbe fatta e sapevo che quello sarebbe stato un evento unico e indimenticabile. E aver vissuto quel sogno, per ben due volte, non ha prezzo.
Ho avuto il privilegio di vivere la grande parabola della Fortitudo, di innamorarmi di lei quando era solo un brutto anatroccolo deriso dal cigno bianconero e di vederla anno dopo anno crescere fino a ribaltare le storiche gerarchie cittadine. La sua epopea vincente l'ha portata a conquistare 10 finali in undici anni, 2 scudetti, una coppa Italia, 2 supercoppe italiane ed una finale di Eurolega. Forse è poco per chi è abituato a vincere facile: ma per chi non lo è, fidatevi, è tanto, tantissimo.
Persino la recente impresa contro Forlì, purtroppo inutile dal punto di vista sportivo, resterà per sempre scolpita nella mia memoria ed in quella di tutti i tifosi biancoblù.
Purtroppo il sogno è finito: in questi giorni la grande Aquila ha smesso di volare, esclusa da quella Legadue conquistata all'ultimo respiro poco più di un mese fa, ancora in mano al suo carnefice che le ha sadicamente strappato le piume una ad una, costringendola ad un'agonia lenta e crudele. Non si sa nulla su quale sarà il suo futuro: c'è chi pensa sia meglio farle un'iniezione letale e lasciarla spirare con dignità, per poi allevare un nuovo aquilotto e cercare di insegnargli a volare; c'è chi invece vorrebbe salvarla, perché vederne un'altra librarsi nell'aria, seppur con lo stesso nome, probabilmente non sarebbe la stessa cosa.
In ogni caso, comunque vada a finire, voglio solo dire una cosa a questa vecchia Aquila: forse non volerai mai più così in alto, ma io non finirò mai di ringraziarti per avermi portato sulla tua schiena durante il tuo splendido volo. Da lassù era davvero tutto più bello e queste emozioni nessuno me le porterà via. Mai.

Ora però nel mio cuore c'è solo rabbia e delusione: non potrebbe essere altrimenti. Ma mai rassegnazione: altrimenti non avrei il sangue biancoblù nelle vene.
Lo striscione che da anni campeggia sopra alla Fossa recita: "Nessuna tempesta distruggerà la nostra Fede". Bene, la tempesta più devastante di sempre è arrivata (ed ha un nome ed un cognome): chi sopravviverà ad essa dimostrerà di essere un vero fortitudino. A tutti gli altri che dire? Sappiano che alla Futurshow Station ci sono tantissimi posti liberi.
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sabato 17 luglio 2010

Bologna F.C. 1909: punto sul mercato 2010-11

Bologna F.C. 1909
Dopo l'ufficialità del passaggio di quote all'imprenditore sardo Sergio Porcedda finalmente il mercato del Bologna si è sbloccato.
La squadra è partita per Andalo l'11 luglio e man mano nei giorni successivi la società ha fatto arrivare in Trentino alcuni nuovi volti in modo da rimpolpare una rosa numericamente sotto il minimo legale. In questi giorni il lavoro di Carmine Longo se non altro ha consentito a mister Colomba e al suo staff di cominciare a lavorare sul campo con un numero di elementi idoneo ad improvvisare una partitella in famiglia senza dover ricorrere all'aiuto di magazzinieri e massaggiatori.
Va detto che per raggiungere tale scopo sono stati aggregati alla squadra anche alcuni stranieri in prova (il congolese Nsuki e il francese Grbassin, rispettivamente classe 1990 e classe 1984) e che una buona fetta della rosa attuale è composta da ragazzi della primavera promossi per necessità tra i big. Ad essi vanno aggiunti alcuni elementi di ritorno dai prestiti, che per il momento fanno numero, ma non si sa quanto potranno essere utili alla causa. Con tutto il rispetto, Francesco Della Rocca nelle sue esperienze lontano da Bologna non ha dimostrato di aver raggiunto un livello di maturazione idoneo a calcare i campi di serie A e con tutta probabilità si accaserà altrove nelle prossime settimane per trovare spazio. Per quanto riguarda Marco Bernacci il discorso è diverso: il cesenate, nella scorsa stagione in prestito ad Ascoli, ha confermato che nella serie cadetta può fare la differenza. Se resterà sotto le due torri, per la sua carriera sarà un anno fondamentale: dopo aver fallito la sua prima annata nella massima serie ha la possibilità di far ricredere chi lo ha bollato come "tristo". Nella prima amichevole, per quel poco che conta, ha fatto intravedere buone cose e, a mio modo di vedere, merita di giocarsi le sue chances fino a fine ritiro: starà a Colomba valutare se potrà far parte del progetto o meno.
Comunque all'appello mancano ancora almeno 5 titolari, perché la promessa di raggiungere una salvezza tranquilla non potrà di certo essere mantenuta buttando nella mischia ragazzini appena sfornati dal settore giovanile di qualche top team e ancora da "svezzare". Certamente scommettere sui giovani è la strada giusta: è molto meglio avere in panchina dei 20enni scalpitanti piuttosto che dei 35enni che non hanno più nulla da dimostrare. Ma occorre farlo con razionalità per evitare di "bruciarli" dopo poche partite: per questo sarà necessario avere le spalle coperte nei ruoli chiave.
Pertanto da qui a fine agosto Carmine Longo avrà il duro compito di estrarre dal suo cilindro gli uomini che saranno l'asse portante della squadra, in modo da permettere ai giovani di crescere senza troppe responsabilità e pressioni.
All'appello manca sicuramente un attaccante che possa garantire quei 15 gol che sono volati via con le partenze di Adailton e Zalayeta, possibilmente bravo nei calci piazzati: l'anno scorso gran fetta della salvezza è passata proprio dalle punizioni velenose del brasiliano. Meggiorini, l'anno scorso al Bari, può partire da terza punta, magari da inserire a partita in corso per dare respiro a capitan Di Vaio: il bomber ha da poco festeggiato le 34 primavere e il prossimo anno potrebbe non essere agevole per lui ripetersi e raggiungere quota 12 reti.
Poi, fondamentale, occorre ingaggiare un buon centrocampista, per intenderci uno che sappia cosa fare con la palla tra i piedi. Si parla di Brighi della Roma e sarebbe un gradito ritorno: darebbe una buona dose di qualità ad una squadra che l'anno scorso del pallone non sapeva proprio cosa farsene. Intanto dall'Inter è arrivato Luca Siligardi e si attende l'arrivo del giovane Khrin, anche se un suo recente infortunio potrebbe bloccare una trattativa che sembrava in dirittura di arrivo. Dalla Juventus si dice sia prossimo l'arrivo di Albin Ekdal, classe 1989, che ha già racimolato alcune presenze in serie A la scorsa stagione con la casacca del Siena.
Sugli esterni Pisanu e Buscè lasciano alcune perplessità a livello di tenuta fisica, uno per i tanti infortuni che ne hanno costellato la carriera, l'altro per ovvi motivi anagrafici: anche in questo settore un innesto di qualità sembra d'obbligo.
In difesa le note più dolenti: serve un esterno di destra che sappia coniugare dedizione difensiva e spinta offensiva. Andrea Raggi, che aveva in più occasioni manifestato la volontà di rimanere sotto le due torri, dopo le parole al vetriolo di Carmine Longo si è accasato al Bari: trovare un sostituto all'altezza non sarà facile, perché, opinione personale, di giocatori del carisma dell'ex palermitano non ce ne sono in giro molti (perlomeno non alla portata delle finanze rossoblù). A sinistra l'arrivo da Crotone di Archimede Morleo è una scommessa. Lanna non è mai stato un punto di forza, è innegabile, ma nell'ultima stagione non aveva di certo sfigurato: puntare su un'esordiente senza nessuna valida alternativa alle sue spalle potrebbe rivelarsi una scelta troppo azzardata.
Al centro della difesa l'arrivo di Andrea Esposito dal Genoa potrebbe non bastare per blindare una delle retroguardie più battute della scorsa stagione.
In porta, come vice-Viviano, al posto dello svincolato Roberto Colombo è arrivato Cristiano Lupatelli: manca ancora il terzo portiere, ma attualmente questo è l'ultimo dei problemi.
Insomma c'è ancora tantissimo da fare: ma da qui a fine agosto il tempo non manca e sapendosi muovere con oculatezza ci sono ancora tutte la possibilità di costruire una squadra che possa far finalmente divertire il pubblico bolognese. E sarebbe anche ora.


Acquisti:

Bernacci Marco (Att .- Ascoli) - Paponi Daniele (Att. - Parma) - Elia Alessandro (Cen. - Parma) - Della Rocca Francesco (Cen. - Perugia) - Meggiorini Riccardo (Att. - Genoa) - Lupatelli Cristiano (Por. - svincolato) - Morleo Archimede (Cen. - Crotone) - Esposito Andrea (Dif. - Genoa) - Siligardi Luca (Cen. - Inter).

Cessioni:

Colombo Roberto (por. - svincolato) - Spitoni Filippo (por. - Andria Bat) - Lanna Salvatore ( Dif. - svincolato) - Raggi Andrea (Dif. - Palermo) - Santos Rafael Alves (Dif. - Atletico Paranaense) - Zenoni Cristian (dif. - svincolato) - Appiah Stephen (Cen. - Svincolato) - Guana Roberto (Cen. - Palermo) - Lavecchia Luigi (Cen. - Svincolato) - Mingazzini Nicola (Cen. - Svincolato) - Modesto Francesco (Cen. - Genoa) - Adailton Martins Bolzan (Att. - Svincolato) - Marazzina Massimo (Att. - Svincolato) - Savio Nsereko (Att. - Fiorentina) - Succi Davide (Att. - Palermo) - Zalayeta Marcelo (Att. - Napoli) - Pasi Riccardo (Cen. - Parma) - Paonessa Gabriele (Att. - Parma) - Coda Massimo (Att. - Cremonese) - Cisterni Luca (Att. - Spezia) - Alessandro Bassoli (Dif. - Foligno) - Nazzani Giuseppe (Dif. - Cavese).
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mercoledì 23 giugno 2010

Bologna: annunciata la cessione a Porcedda dell'80% delle quote

Bologna F.C. 1909
Il silenzio dei Menarini aveva stancato tutti: i tifosi, la stampa e, per chi sa leggere tra le righe, anche lo stesso Colomba.
Questo comunicato apparso sul sito ufficiale, se non altro, muove le acque stagnanti che si erano raccolte attorno a Casteldebole e regala a giornalisti e tifosi nuovi argomenti su cui disquisire.
Rileggendo il breve trafiletto però si può pensare tutto e il contrario di tutto.
Punto uno: cos'è un accordo di massima? Si sono stretti la mano o c'è un impegno scritto con tanto di "caparra"? Vai a saperlo.
Punto due: quando sarà conclusa l'operazione? Non prima di 15 giorni. Un po' vago, non trovate? Non viene detto nulla di definitivo su quando la nuova proprietà metterà nero su bianco ed inizierà a lavorare per allestire una squadra competitiva. L'unica cosa certa è che per altri 15 giorni il mercato sarà sostanzialmente congelato in attesa delle firme. E che fretta c'è? Il ritiro inizia solo l'11 luglio...
Di questo imprenditore sardo 51enne cosa si può dire? Si sa poco o nulla: risulta essere proprietario di centri benessere, di stabilimenti balneari, di alberghi, di una discoteca e di avere interessi nel campo della moda. E' un tifoso del Bologna? Neanche per idea. Tifa Cagliari, società che aveva tentato di acquisire senza successo nel 2005.
Allora quale interesse avrà spinto questo signore a farsi avanti per acquisire l'80% delle quote del BFC?
Non la realizzazione del nuovo stadio. Se mai si dovessero ottenere le necessarie autorizzazioni da Comune e Provincia, è chiaro che a gestirne la costruzione sarebbero i Menarini: ecco spiegata la loro volontà di restare in società con una quota di minoranza.
Quindi? Una volta che il Bologna traslocherà nel nuovo impianto Porcedda chiederà al comune di trasformare il vecchio e glorioso Dall'Ara in un centro benessere o in una discoteca?
Scherzi a parte, parlare ora è prematuro. Non ci sono certezze sulle strategie future, eccetto una: sarà l'ex Cagliari Carmine Longo, uomo di fiducia del nuovo futuro azionista di maggioranza, a gestire le vicende del club in questo periodo di transizione.
Quanto ai programmi e agli obiettivi si può solo fare riferimento ad un'intervista rilasciata dal signor Porcedda all'indomani dell'annuncio, nella quale ha parlato di salvezza da conquistare senza "soffrire fino all'ultima giornata" e di "parte sinistra della classifica" da raggiungere nel giro di tre anni. L'Europa League? "Sarebbe un sogno".
Sicuramente dopo un'attesa così lunga e snervante il popolo rossoblù si aspettava qualcosa di più, è innegabile. Una cosa è certa: fare peggio dei Menarini sarà difficile. Ma non impossibile (Casillo docet).
Auguriamoci solo che il nuovo proprietario porti in dote a questa società al momento allo sbando serietà, trasparenza e un programma finalmente chiaro che miri ad una crescita costante.
Occorre innanzitutto che la trattativa si chiuda con successo e questo è tutt'altro che scontato: le esperienze avute negli anni passati con Taci e Tacopina insegnano che la prudenza non è mai troppa.
Chi ha la tentazione di correre a rinnovare l'abbonamento fiducioso in un cambio di rotta sappia che c'è tempo fino al 14 luglio: a quel punto si saprà se la trattativa avrà avuto esito positivo e forse si potrà già avere un'idea dello spessore economico del nuovo patron. A tal proposito saranno indicative le prime mosse sul mercato: se si continuerà a bussare alla porta delle altre società elemosinando prestiti di giocatori in esubero o in parabola discendente sarà chiaro a tutti che nulla è cambiato.
Non ci resta altro da fare che aspettare: coi Menarini eravamo tutti convinti di aver toccato il fondo, quindi un cambiamento era necessario e doveroso. Ma l'impressione è che nessuno andrà all'aeroporto ad accogliere Sergio Porcedda sventolando bandiere rossoblù. Se il nuovo proprietario vorrà conquistare la fiducia e il rispetto di Bologna dovrà fare solo una cosa: tanti fatti.
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sabato 19 giugno 2010

Forlì-Fortitudo 80-81: video degli ultimi minuti di gioco e della festa biancoblù

Fortitudo Bologna Ecco un altro video che celebra l'impresa della Fortitudo Bologna al PalaFiera: qui gli ultimi due emozionanti minuti di gioco di gara 5. Il commento è pro Forlì e la delusione del cronista è direttamente proporzionale alla gioia del popolo biancoblù che può festeggiare la promozione in Legadue. Buona visione!

Fonte: YouTube, canale Fortitudoit



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venerdì 18 giugno 2010

Forlì-Fortitudo 80-81: video del canestro di Malaventura che è valso la Legadue

Fortitudo Bologna
Ecco un altro video, dopo quello incorporato sotto al post di commento della partita, che mostra da un'altra angolazione il canestro realizzato all'ultimo secondo da Matteo Malaventura: un capolavoro che ha regalato la promozione in Legadue alla Fortitudo Bologna. Buona visione!

Fonte: YouTube, canale Puntogira


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mercoledì 16 giugno 2010

VemSistemi Forlì-Amori Fortitudo Bologna 80-81: l'Aquila vola in Legadue!!

Fortitudo Bologna
La Fortitudo Bologna conquista la promozione in Legadue al termine di un match davvero emozionante, deciso da un incredibile canestro a fil di sirena. Insieme alla palla partita dalle mani di Matteo Malaventura c'erano le speranze e i sogni dei 900 supporters biancoblù che hanno seguito la squadra a Forlì e di tutti quelli che davanti alla tv o alla radio hanno sofferto, trepidato dopo un match dalle mille emozioni e assolutamente vietato ai deboli di cuore.
Descrivere un incontro simile non sarà semplice per me: quindi abbiate buon cuore e perdonate eventuali imprecisioni, l'emozione è ancora forte e mi tremano le mani!
Veniamo alla partita: un match camaleontico, tiratissimo, degna conclusione di una serie equilibratissima, tra due squadre comprensibilmente stanche ma disposte a tutto pur di aggiudicarsi la promozione in Legadue e lasciarsi alle spalle le sabbie mobili della serie A Dilettanti, un campionato lungo e difficile, con una formula di playoff a dir poco cervellotica.
Forlì parte forte, ma, complice un parziale di 9-0, gli uomini guidati da coach Finelli si portano sul +7, 9-16. I ragazzi di Di Lorenzo reagiscono rabbiosamente e infilano un parziale di 8-0 che li riporta avanti. Il primo quarto si chiude con un'incredibile tripla da metà campo di Tommasini sulla sirena che da ai suoi il +5 (24-19), frutto di un pesantissimo parziale di 15-3.
Nel secondo quarto la Fortitudo parte bene e trova il pareggio con 5 punti di fila di Micevic. Forlì scappa di nuovo sul +6 ma la Effe reagisce e rimette il naso avanti, trascinata dal miglior Quaglia della stagione, autore di 11 punti e preziosissimo sotto canestro in assenza di un Cittadini sotto tono, richiamato in panchina dopo aver commesso il terzo fallo. Una tripla di capitan Lamma a fil di sirena permette ai biancoblù di andare al riposo sul +6 (40-46), con il vento decisamente in poppa.
Ad inizio terzo quarto la Effe trascinata da Malaventura (26 punti, con 6/7 da tre) riesce addirittura a volare sul +12, ma Cittadini commette ingenuamente il suo quarto fallo concedendo un gioco da tre punti a Forlì che, complice la sua uscita dal campo, piazza un parziale di di 9-0 che riapre la gara. I romagnoli arrivano fino al -1 ma i biancoblù reagiscono e chiudono la frazione avanti di 5 lunghezze (60-65).
Ad inizio quarto quarto due triple di Malaventura ricacciano Forlì a -9, ma quando i romagnoli sembrano alle corde la Fortitudo si spegne, non trova più soluzioni in attacco e perde tantissimi palloni, ridando così coraggio agli avversari che si rifanno sotto. Sorrentino commette il suo quinto fallo e Forlì chiude un parziale di 8-0, tornando sul -1 a poco più di due minuti dal termine. La Effe ora trema e dopo il quinto fallo di Cittadini (zero punti per lui) precipita nel baratro, con i romagnoli che si portano sul +3 letteralmente trascinati da un Forray indemoniato, capace di bruciare la retina da tutte le posizioni (alla fine il tabellino lo incoronerà miglior realizzatore del match con 28 punti). Arriviamo agli ultimi 30 secondi di gioco: Lamma subisce fallo e dalla lunetta riporta L'Aquila sul -1, 80-79. Forlì sbaglia l'azione d'attacco allo scadere dei 24 secondi, Quaglia prende il rimbalzo quando restano solo 6 secondi da giocare: la palla, nonostante il pressing asfissiante degli avversari arriva a Malaventura che, chiuso tra due uomini e in condizioni di equilibrio che definire precarie è un eufemismo, scocca il tiro che vale una stagione proprio sul suono della sirena. Il pallone sotto gli occhi di tutto il PalaFiera danza lentamente sul ferro una... due... tre, quattro volte... e poi fa scuotere la retina: l'arbitro fa segno che è buono, facendo letteralmente esplodere di gioia il settore riservato al pubblico biancoblù.

Inizia la grande festa, con i giocatori visibilmente provati e commossi che corrono verso la Fossa per condividere con i loro unici tifosi questa promozione in Legadue, data da tanti per scontata ma rivelatasi molto più sofferta del previsto e per questo ancora più bella.
Grande merito ai giocatori che hanno davvero dato tutto, con un carattere ed uno spirito di squadra che ha per certi versi ricordato i fasti di un passato ancora recente ma che sembra già così lontano. Penso di non essere stato l'unico a cui è tornato in mente l'incredibile tiro da tre a fil di sirena di Ruben Douglas, che nel 2005 aveva spento sul nascere l'urlo degli spettatori del Forum di Milano, regalando il secondo scudetto della sua storia alla Fortitudo.
Certo, una promozione in Legadue è un traguardo di certo non paragonabile ad un tricolore, ma chi segue la Fortitudo con passione da anni non può non gioire per un successo che riporta l'Aquila tra i professionisti e fa intravedere uno spiraglio di luce ad una tifoseria straordinaria, che ha seguito la squadra nell'inferno in cui l'ha fatta precipitare la dissennata gestione Sacrati solo ed esclusivamente per l'amore infinito che la lega a questi colori. Se lo meritano i giocatori, coach Finelli e il suo staff che hanno sofferto in una stagione difficile per mille motivi, tra voci di un annunciato fallimento societario e stipendi...ehm...diciamo non sempre pagati con puntualità.
Chi non merita di certo questa promozione e il ritorno tra i professionisti è la società, l'unica componente alla quale la categoria dei dilettanti calzava davvero a pennello: tutti ci auguriamo che questo rappresenti un nuovo inizio e che la proprietà sia in grado di saldare tutte pendenze al più presto, trovando i fondi necessari per l'iscrizione alla Legadue. Sarebbe vergognoso e inaccettabile rendere vana questa bellissima e sudatissima impresa. In ogni caso è prematuro ed inutile parlarne ora: adesso bisogna solo pensare a festeggiare il raggiungimento di un traguardo che potrebbe rivelarsi di fondamentale importanza per il futuro dell'Aquila.
Bologna negli ultimi anni sta soffrendo molto sia a livello sportivo che istituzionale, quindi accontentiamoci di questo brodino e godiamoci il momento. Purtroppo basket, calcio, pallavolo e lo stesso comune di Bologna sono nella stessa precaria situazione: e "di doman non c'è certezza"...

Ultima postilla dedicata agli avversari: in un comunicato apparso sul sito ufficiale di Forlì dopo gara 1, veniva condannato il comportamento dei supporters biancoblù, rei di aver occupato un settore del PalaFiera a loro non riservato, definendolo senza mezzi termini "scorretto e incivile", una "prevaricazione" a memoria d'uomo senza precedenti. Ci tengo a precisare che nonostante un palazzetto più che adeguato, la società romagnola ha preferito limitare il numero di biglietti messi a disposizione della Fortitudo, addirittura "smontando" parte delle tribune riservate agli ospiti, inducendo così molti tifosi bolognesi ad acquistare tagliandi in altri settori e mettendo così pericolosamente a contatto le due tifoserie. Al contrario nelle gare giocate al Paladozza era stata riservata ai forlivesi l'intera curva Calori, nonostante circa la metà dei posti a loro disposizione fosse rimasta desolatamente vuota. Con ciò non voglio di certo giustificare l'accaduto, ma si dice che solo chi è senza peccato ha il diritto di scagliare la prima pietra: pertanto sarei curioso di sapere con quali aggettivi la società Forlì definirebbe l'atteggiamento tenuto dai propri sostenitori dopo la conclusione di gara 5. Capisco che una sconfitta maturata all'ultimo secondo sia dura da digerire, ma le scene di cui si sono resi protagonisti alcuni tifosi locali, con la polizia costretta ad intervenire per placare gli animi, si qualificano da sole. Forlì squadra avrebbe meritato la Legadue alla pari della Fortitudo e sarebbe ingeneroso non riconoscerlo. Ma il suo pubblico, alla luce di questo episodio, non si è certamente dimostrato all'altezza.


Ecco il video degli ultimi 30 secondi di gioco, con l'azione d'attacco fallita da Forlì e l'incredibile canestro di Matteo Malaventura a fil di sirena.
La Effe è promossa in Legadue!

Fonte del video: YouTube, canale pazzo79

- Per vedere il video del canestro di Malaventura da un'altra angolazione, clicca QUI Continua a leggere...

domenica 13 giugno 2010

Amori Fortitudo Bologna-VemSistemi Forlì 85-69

Fortitudo Bologna
La Fortitudo Bologna riscatta l'opaca prestazione di gara 3 e si aggiudica gara 4 della finale playoff col punteggio di 85-69. Ora la serie è sul 2-2: sarà quindi necessaria la bella a Forlì per decidere quale delle due formazioni disputerà la Legadue l'anno prossimo.
I biancoblù, consapevoli di non poter più sbagliare, sono entrati in campo in assetto da battaglia e hanno preso il largo già nel primo quarto, che si è chiuso sul 27-12. Forlì ha cercato di restare in partita, ma stavolta la Fortitudo non ha abbassato la guardia ed è riuscita a mantenere sempre un ampio margine di sicurezza, arrivando a toccare anche il +23 a metà del terzo quarto, nonostante Finelli abbia concesso parecchi minuti alle seconde linee per dare respiro ai big in vista di gara 5.
I parziali: 27-12, 45-26, 67-51.
Sugli scudi Matteo Malaventura, autore di 20 punti e tornato sui suoi livelli dopo le ultime due prestazioni in ombra. L'unico apparso ancora sotto tono è stato Alejandro Muro, decisamente lontano dalle percentuali che lo avevano reso un punto di forza in regualar season: per espugnare il PalaFiera di Forlì ci sarà bisogno anche della sua freddezza dalla linea dei tre punti.
Vincere per tener viva la speranza: la Effe ci è riuscita, ed ora si giocherà l'intera stagione in 40 minuti.
Mercoledì a Forlì è in programma gara 5: entrambe le compagini meriterebbero il salto di categoria, ma solo una alla fine potrà festeggiare. Il calore del pubblico avrà il suo peso: sono certo che il popolo Fortitudo saprà colorare di biancoblù una bella fetta del PalaFiera, cercando di trasmettere la giusta carica ai giocatori.
L'impresa sarà estremamente difficile, ma arrivati a questo punto bisogna crederci.
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