lunedì 12 maggio 2014

Bologna-Catania 1-2: commento partita [2013/14]

Bologna F.C. 1909 vs. Catania
Forse sono uno stupido a perdere il mio poco e prezioso tempo libero a commentare quest'ennesima sconfitta che ha decretato la matematica retrocessione in serie B del Bologna nell'anno in cui si celebrava il cinquantesimo anniversario della conquista dell'ultimo scudetto: ma l'amarezza e la rabbia non mi permettono di prendere sonno e qualcosa nel frattempo devo pur fare.

Le quattordici pecore che oggi hanno pascolato per il verde prato dello stadio Dall'Ara, davanti a trentamila spettatori bardati di rossoblù che le hanno incitate fino al novantesimo, hanno disonorato 104 anni di storia, riuscendo nell'impresa di perdere in casa anche col Catania, l'unica squadra della massima serie che non aveva ancora vinto in trasferta, con l'aggravante di aver disputato oltre 60 minuti in superiorità numerica.
Una pochezza disarmante nel giorno in cui solo con una vittoria si sarebbe potuta alimentare la flebile fiammella che teneva in vita le speranze di una città intera, visto che sia Chievo sia Sassuolo, come da pronostico, hanno superato i rispettivi avversari, Cagliari e Genoa, conquistando così la permanenza in serie A con un turno di anticipo.
L'arbitraggio pessimo di Rocchi non deve e non può essere usato come alibi per giustificare una retrocessione meritatissima, arrivata al termine di una stagione sciagurata, una delle più negative nella storia del club.
Giocatori indegni e senza spina dorsale e un allenatore in totale confusione sono i degni rappresentanti di una società di incompetenti che ha solo pensato a perseguire interessi extracalcistici, favorita nei propri intenti da una classe politica che ritengo complice di questo disastro annunciato.
Ora il sindaco Merola potrà brindare, la sua frase "spero che il Bologna vada in serie A" pronunciata ai tempi della campagna elettorale del 2011 è finalmente d'attualità...

Un'immagine dello stadio Dall'Ara all'ingresso delle squadre in campo (Bologna-Catania 1-2, 2013/14)
Unica componente totalmente estranea a questo squallore, i tifosi: oggi lo stadio ha regalato un colpo d'occhio incredibile, con un tifo e un calore che solo pochi altri club in Europa possono vantare.
A questa gente va il mio pensiero, a tutte le persone che vivono di Bologna come me e che oggi al gol di Bergessio hanno sentito una fitta al petto.
Sono vicino a tutti coloro che il Bologna lo seguirebbero ovunque, a prescindere dalla categoria, ma che l'anno prossimo saranno impossibilitati per motivi di lavoro, visto che si giocherà di sabato.
Rivolgo un pensiero a coloro che da giovani hanno potuto festeggiare lo scudetto e che oggi hanno dovuto subire l'onta della sesta retrocessione in 32 anni, da quel tragico giorno del 1982 in quel di Ascoli, quando la storia del Bologna venne indelebilmente macchiata dalla prima discesa in serie B.
E rivolgo un pensiero speciale a mio padre, colui che mi ha trasmesso questa passione: nel 1988, quando ero solo un bambino, mi mostrò il Bologna primo in classifica dicendomi che eravamo i più forti: si trattava del Bologna di Maifredi ed eravamo primi in serie B, ma lui aveva omesso il dettaglio. E lo ringrazierò sempre per questo.
Perchè, nonostante tutti i bocconi amari che ho dovuto ingoiare in questi anni, anche oggi io sono fiero di essere un tifoso del Bologna e se un giorno avrò dei figli farò di tutto affinchè anche loro crescano con un cuore rossoblù come il mio.
Mi dispiace papà di averti convinto a venire allo stadio, tu che negli occhi hai ancora le prodezze di Bulgarelli, Pascutti, Haller e Nielsen, costretto a vedere i cross rasoterra di Garics e i passaggi sbilenchi di Pazienza. Spero che il tuo cuore malandato regga ancora per un bel po', perchè sto male al pensiero che questo branco di scarpazzoni possa essere stato l'ultimo Bologna di serie A della tua vita.
Per questo maledirò sempre colui che è il primo responsabile di questo sfascio, quel "presidente" che si è autostipendiato con duecentocinquantamila euro per portare alla rovina la mia squadra del cuore: se c'è giustizia un giorno la pagherai, non so quando né come, ma la pagherai.

C'era una volta una squadra gloriosa che faceva tremare il mondo, il Bologna Football Club 1909, sette scudetti (otto contando quello revocato al Torino nel 1927 e mai assegnato), due coppe Italia, due coppe dell'Europa Centrale, un torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi, una Mitropa Cup, una coppa di Lega Italo-Inglese, una coppa Intertoto.
Troppa gente è passata di qua a calpestare il nostro orgoglio e la nostra storia facendoci credere di essere una squadra provinciale come tante altre: è vero, ci siamo fatti due giri di valzer in serie C, ma anche sette giri di valzer in Paradiso. Non dimentichiamoci MAI chi siamo.
E adesso vediamo di cacciare a pedate chi si è permesso di insultare e infangare la nostra storia.

Fino all'ultimo abbiamo esortato tutto lo stadio a cantare "Fino alla fine, forza Bologna": la fine è arrivata e purtroppo questa volta la stagione si è conclusa con l'epilogo più amaro possibile.
Dal prossimo anno non potrò più seguirti allo stadio, ma non importa quanto ci vorrà, io ti aspetterò.

FORZA BOLOGNA.



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