Ecco le pagelle della partita tra Bologna e Palermo, disputata domenica 18/10/2015 allo stadio Renato Dall'Ara e valida per l'anticipo di mezzogiorno dell'ottava giornata del campionato di serie A 2015/2016.
I rosanero hanno vinto col risultato di 0-1, gol di Vasquez al 23°.
Mirante 6: sostanzialmente inoperoso, si vede arrivare davanti Vasquez penetrato come un coltello caldo nella difesa di burro rossoblù e nulla può fare se non raccogliere la palla in fondo al sacco.
Ferrari 5+: con tutti i suoi limiti ci prova sempre, finché Rossi non lo toglie dal campo. Dispiace, ma un esterno che non sa crossare in serie A non può trovare spazio. Se un giorno si volesse finalmente tentare la carta della difesa a tre, potrebbe tornare al suo ruolo naturale.
Rossettini 4: osserva Gilardino volare in cielo e stampare la palla sulla traversa senza nemmeno rendersi conto che aveva perso già l'uomo dopo il primo passo. L'anello debole della retroguardia, e pensare che qualche genio oggi lo ha preferito in campo al posto di Oikonomou.
Gastaldello 6-: il salvataggio su Gilardino lo riabilita, a dimostrazione che anche i fittoni hanno una loro utilità.
Masina 5: insipido come un trancio di tonno al naturale lavato in lavatrice, ha se non altro il merito di mettere sulla testa di Destro la palla del possibile pareggio.
Diawara 6-: primo tempo di personalità, nella ripresa sparisce lentamente dal campo.
Rizzo 5: tanta confusione e appoggi sbagliati, sfortunato nella ripresa quando Sorrentino gli nega il gol con una super parata.
Taider 5-: il fantasma del giocatore tignoso e abile negli inserimenti che ricordavamo.
Brienza 4: palloni persi, corner tirati rasoterra, palle scodellate a caso in zone deserte dell'area avversaria. Nel finale ha sul sinistro la palla del pari, la svirgola malamente sul fondo. Arrivato come rincalzo da utilizzare nei finali di gara in caso di emergenza, è stato tenuto in campo 90 minuti: a metà ripresa deve aver avuto la visione di San Pietro sulla traversa come Fantozzi nella famosa partita scapoli-ammogliati.
Mounier 6-: nel primo tempo ha una buona palla per sbloccare l'incontro, ma non riesce a saltare il portiere in uscita bassa. Nella ripresa pur di non mettere in mezzo la sfera per Destro, ha preferito tentare di entrare in porta col pallone. Ma nonostante l'amore morboso per la palla e il suo intestardirsi nei dribbling al di là di ogni logica, ad oggi è l'unico uomo che sa rendersi pericoloso e creare qualche lampo dal nulla. Rossi lo toglie nel momento in cui bisognava tentare il tutto per tutto.
Destro 4-: lo specchio di questa squadra sterile come un mulo. Nel primo tempo fa un buon movimento, ma il portiere legge le sue intenzioni ed esce soffiandogli la palla. Nella ripresa il dramma di un giocatore che si sta bruciando come accadde prima di lui ad altri giovani bomber come Nicola Ventola e Acquafresca: cross al bacio di Masina, uno di quei miracoli sportivi che accadono una volta, al massimo due in una stagione...e lui lasciato tutto solo dai difensori rosanero cosa fa? Si avvita sulla palla e la accompagna sul fondo tra l'incredulità dei compagni e di uno stadio intero che prima ammutolisce e poi scomoda i santi di mezzo calendario. Che altro aggiungere? Come diceva Ligabue, ho perso le parole. Speriamo trovi dentro di lui la forza di uscire da questa spirale di negatività che lo ha inghiottito: un suggerimento posso darglielo, guardi la sua busta paga. E se non bastasse, posso spedirgli la mia per fare il confronto.
Donsah 6: entra al 59° al posto di Taider, al rientro dopo l'infortunio non è sembrato ancora in condizione, ma rappresenta sicuramente un elemento più solido rispetto ai compagni di reparto. Riesce con un numero sulla fascia a trovare la conclusione da posizione defilata, Sorrentino gli dice di no.
Mancosu 5/6: entra al 69° al posto di Mounier, ha una buona palla sul destro ma si allarga troppo e permette al portiere di chiudergli lo specchio.
Falco s.v: entra all'85° al posto di Ferrari, mossa della disperazione.
AllenatoreDelio Rossi 4: tralasciamo il risultato per un attimo...chi tiene fuori Oikonomou, il migliore uomo della retroguardia, l'unico difensore capace di rendersi pericoloso anche in avanti, non deve essere esonerato, ma interdetto.
Ok, ora parliamo del risultato: è la logica conseguenza di un mix di allucinata visione tattica e di una campagna acquisti ritardata e visionaria: per vedere in questi ragazzi dei potenziali campioni già pronti al debutto ci vuole una bella dose di ottimismo. O di stupefacenti, ma di quelli buoni. Pagherà Rossi, perché un allenatore che vince 3 partite su 16 e in questa stagione ha l'imbarazzante ruolino di una vittoria e otto sconfitte (7 in campionato e una in coppa Italia contro il "Real" Pavia) non può essere confermato. Sarà la prima testa a cadere, ma non deve essere l'unica: se col nuovo allenatore non ci sarà un rapido cambio di marcia, lo dovrà seguire a ruota Corvino.
ArbitroFabbri 5/6: nel primo tempo dimentica i cartellini negli spogliatoi.
Il Bologna F.C. 1909 festeggia oggi 106 anni di storia: il 3 ottobre 1909 fu fondato presso la birreria Ronzani in via Spaderie per iniziativa di un giovane boemo, Emilio Arnstein, che una volta capitato sotto alle due torri cercò giovani che condividessero la sua passione.
Fu eletto presidente Lous Rauch, odontoiatra svizzero, Arrigo Gradi fu il primo capitano e fu proprio lui ad ispirare di adottare come colori sociali il rosso e il blu, presentandosi agli allenamenti con una maglia a scacchi rossoblù di un collegio svizzero nel quale aveva studiato. L'anno seguente agli scacchi furono sostituite le strisce verticali, manenendo i colori originali.
E il mito ebbe inizio.
Da allora sono trascorsi 106 anni: anni gloriosi intrisi di storia, 7 scudetti (sarebbero otto se ci avessero assegnato quello revocato al Torino nel 1927), 85 campionati di serie A, due Coppe Italia, due coppe dell'Europa Centrale (l'equivalente all'epoca di quello che oggi è la Champions League), una Mitropa Cup, una Coppa di Lega Italo-Inglese, un Trofeo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi, una Coppa Intertoto.
Tanti sono i campioni che hanno indossato i nostri colori: tra tutti Angelo Schiavio, Carlo Reguzzoni, Amedeo Biavati, Gino Cappello, Cesarino Cervellati, Gino Pivatelli, Giacomo Bulgarelli, Helmut Haller, Harald Nielsen, Ezio Pascutti, Giuseppe Savoldi, Carlo Nervo, Roberto Baggio, Giuseppe Signori, Marco Di Vaio.
Tra gli allenatori impossibile non citare Hermann Felsner, Arpad Weisz, Fulvio Bernardini, Edmondo Fabbri, Bruno Pesaola, Renzo Ulivieri, Carlo Mazzone.
Tra i presidenti, uno solo si erge sopra a tutti: il mitico Renato Dall'Ara, al quale è oggi intitolato il nostro stadio.
E' curioso e triste che tanti ragazzini di oggi pensino che siamo una squadra provinciale, a livello di Atalanta e Chievo, inferiore a Palermo e Udinese. Noi abbiamo fatto la storia del campionato italiano, noi rappresentiamo l'élite del calcio italiano.
Siamo la quinta squadra d'Italia come numero di scudetti, dietro solo a Juve, Milan, Inter e Genoa.
E anche se oggi i giorni di gloria sono lontani, noi abbiamo il DNA vincente e finché trasmetteremo ai nostri figli l'orgoglio di sventolare fieramente al cielo una bandiera rossoblù, consapevoli di ciò che quei colori hanno rappresentato, rappresentano e rappresenteranno sempre, il mito dello squadrone che fece tremare il mondo non morirà mai, ma resterà in eterno scolpito nella storia: nell'attesa di aggiungere nuove immagini di successi ad un album impolverato che merita di essere sfogliato dalla prima all'ultima pagina.
A seguire il bellissimo video diffuso dal canale You Tube della società che raccoglie in pochi minuti i filmati più rappresentativi di questa bellissima avventura.
Buon compleanno Bologna: noi saremo sempre con te, nel bene e nel male, finché morte non ci separi.
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