Il
Bologna F.C. 1909 e l'
ottavo scudetto, quello
revocato al Torino e
non assegnato: una storia risalente al
1927 che chi è appassionato alle vicende rossoblù non riesce a mandare giù nonostante siano trascorsi quasi 90 anni.
Ma facciamo luce sulla vicenda per chi non sapesse di cosa sto parlando.
Correva la
stagione 1926/27, primo campionato organizzato su base nazionale in due gironi da dieci squadre.
Il Bologna, guidato dall'allenatore
Hermann Felsner, si piazzò al secondo posto nel girone B alle spalle del Torino, accedendo alla fase finale che assegnava il titolo.
Nel Girone finale a sei squadre i granata si aggiudicarono ancora il primo posto con 14 punti, con due lunghezze di vantaggio sempre sui rossoblù.
Inutile l'ultimo turno che metteva di fronte i ragazzi di Felsner ai granata: i rossoblù ottennero una roboante vittoria per 5-0, umiliando i neo campioni d'Italia.
Ma l'autunno successivo scoppiò quello che fu definito il primo (e putroppo non ultimo) scandalo del calcio italiano, il cosiddetto "
Caso Allemandi".
Il caso prende il nome dal terzino sinistro della Juventus Luigi Allemandi che fu corrotto da un dirigente del Torino, il dottor Nani, che gli anticipò la metà della somma pattuita di 50.000 lire per manipolare il risultato del derby del 5 giugno 1927 a favore dei granata.
Il match si chiuse sul 2-1 per il Torino.
Per i retroscena della faccenda, vi invito a consultare la pagina di wikipedia sul caso Allemandi: mi limito a constatare che, guardacaso, anche allora c'era di mezzo la Juventus, anche se questa volta non come parte corruttrice ma come parte corrotta.
In seguito all'uscita di alcune voci, la FIGC guidata dal podestà di Bologna Leandro Arpinati aprì un'inchiesta: grazie al rinvenimento di alcuni frammenti di una lettera nella quale Allemandi richiedeva il pagamento della restante somma pattuita, fu deciso di revocare lo scudetto al Torino e di squalificare il terzino, passato in estate all'Inter. La Juventus, tanto per cambiare, restò impunita perché dichiarata estranea ai fatti.
Ma chi subì la vera beffa fu il Bologna: nonostante il regolamento prevedesse chiaramente l'attribuzione del tricolore alla squadra seconda classificata in caso di squalifica della prima, lo scudetto non gli fu mai assegnato.
Quello del 1927 restò per anni l'unico campionato orfano di un vincitore: ad esso si aggiunse poi quello del 2005, quando il titolo revocato alla Juventus in seguito allo scandalo di Calciopoli non fu assegnato a nessuno a causa del coinvolgimento di tantissime squadre nell'inchiesta.
Si vocifera che Arpinati si oppose all'assegnazione del titolo temendo di essere tacciato di favoritismi in quanto podestà di Bologna.
La mancata assegnazione di quel trofeo ai rossoblù (sarebbe stato il secondo tricolore dopo quello conquistato nel 1925) fu la prima di tante ingiustizie subite dal Bologna nella sua ultracentenaria storia.
Tra le altre, impossibile dimenticare lo scandalo doping architettato nel 1964 per tarpare le ali ai ragazzi di Fulvio Bernardini: al termine di quella stagione i punti tolti furono restituiti e il Bologna, che terminò la stagione appaiato all'Inter di Herrera, potè dimostrare a tutti nel famoso spareggio di Roma quale fosse la squadra più forte del campionato, vincendo per 2-0 e conquistando il suo settimo ed ultimo scudetto.
E come non ricordare la più recente vicenda di Calciopoli che, nel 2005, vide i rossoblù recitare la parte della vittima sacrificale per permettere alla Fiorentina che si era rivolta alla cosiddetta "cupola" di mantenere la categoria: retrocedere con ben 42 punti rappresenta ad oggi un record nella serie A a 20 squadre che difficilmente verrà battuto.
Ora, dopo l'avvento di Joe Tacopina e Joey Saputo, per il Bologna si è aperta una nuova pagina di storia.
Nella conferenza stampa di presentazione abbiamo sentito più volte esaltare il passato del Bologna ed è stata ribadita a più riprese l'intenzione di intraprendere un percorso finalizzato a riportarlo presto ai vertici.
Noi tifosi vogliamo crederci, perché dopo anni di amarezze è bello lasciare spazio ai sogni: ma tornare a vincere uno scudetto sarà oggettivamente molto difficile.
In questo calcio, comandato dalle televisioni e schiavo di poteri che in Italia fanno la differenza più di undici fuoriclasse, non c'è spazio per le favole e i torti che subiscono le piccole squadre quando affrontano una big ne sono la chiara dimostrazione.
Servirebbe uno stravolgimento del sistema, ma perché ciò accada serviranno anni se non decenni: nel frattempo, perché non cercare di riparare ad un'ingiustizia del passato e restituire alla piazza un trofeo che le spetterebbe di diritto?
Chi vi sta scrivendo è laureato in legge, ma il suo percorso di vita lo ha portato a non intraprendere la professione legale: quando ero studente, durante le lunghe notti passate davanti a tomi enormi, ciò che mi spingeva a non mollare era il sogno di diventare avvocato per poter richiedere, un giorno, l'assegnazione dell'ottavo scudetto al Bologna.
Gli anni sono passati e ormai ho accettato il fatto di non poter essere io il promotore di questa battaglia, ma non ho mai rinunciato al risultato finale: pertanto credo che questo sia il momento perfetto per riprenderci quello che ci spetta.
Il nostro chairman Joey Saputo ha il carisma giusto per richiedere ufficialmente alla FIGC di assegnare al Bologna ciò che gli è stato scippato a causa di un eccesso di zelo di Arpinati.
Nel 2006 il commissario straordinario della FIGC Guido Rossi, noto simpatizzante dell'Inter, si prodigò molto per far sì che lo scudetto revocato venisse attribuito ai nerazzurri, arrivati addirittura terzi dopo Juventus e Milan: il primo titolo dell'Inter dopo 17 anni di digiuno arrivò attraverso le aule di tribunale e fu poi seguito da altri quattro campionati conquistati per meriti sportivi.
Ottenere l'ottavo scudetto per vie legali potrebbe essere un ottimo antipasto in attesa che arrivi finalmente un successo anche sul campo.
Presto arriveranno i risarcimenti di Calciopoli, quale migliore occasione per riesumare questa vecchia storia e portarla alla ribalta della cronaca?
Il Bologna è stato pesantemente danneggiato, la retrocessione ha posto fine all'era Gazzoni, la più vincente degli ultimi 40 anni: perché non fare leva su questo per rivendicare lo scudetto del 1927?
Joey, cancella un'ingiustizia: dopo anni di anonimato finalmente abbiamo al comando qualcuno che possa far sentire la nostra voce fino ai piani alti del calcio italiano.
Tutti ti stanno osservando e non approfittare ora della visibilità che hai donato al Bologna sarebbe un delitto: è un treno che non ripasserà più. Now or never.
Chiunque condivida il mio sogno, faccia in modo di far arrivare alla società questo messaggio con qualsiasi mezzo: per farci rispettare in futuro, iniziamo a far rispettare il nostro passato.
Riprendiamoci l'ottavo scudetto!
Forza Bologna.
La vicenda dello scudetto del 1927 illustrata dallo storico Carlo Chiesa
- Update 20-09-2015: il post, pubblicato in origine nel 2014, è stato aggiornato in seguito alle dimissioni di Joe Tacopina dalla carica di presidente e al passaggio di consegne a Joey Saputo.
- Update 26-05-2017: aggiunto video con spiegazione di Carlo Chiesa, in seguito alla folle richiesta di assegnazione da parte del presidente del Torino Urbano Cairo.