Nell'ottava giornata del campionato di serie A 2013/2014, il Bologna ha subito una bruciante sconfitta contro il Sassuolo: 2-1 il risultato al Mapei Stadium Città del Tricolore di Reggio Emilia, in virtù delle reti di Berardi su rigore al 12°, di Floro Flores al 17° e di Diamanti su rigore al 34°.
Commento partita
Un'altra "memorabile" impresa che sporca la gloriosa storia del nostro Bologna è andata di scena allo stadio di Reggio Emilia: il Sassuolo, neo promosso in serie A e fin qui cenerentola del campionato le ha suonate ai blasonati rossoblù, la squadra più vincente della regione, quella che un tempo faceva tremare il mondo. Ed ora è il Bologna la cenerentola, l'ultima della classe, l'unica squadra a non aver ancora vinto una partita, con la peggior difesa del torneo ed un attacco che non segna praticamente mai su azione.
Ho sentito parlare di piccoli segnali di ripresa, di massimo impegno, di sfortuna: la realtà è che il Bologna ha preso due reti in 17 minuti da una squadra che era destinata a fare la fine del Pescara dello scorso anno e che a meno di clamorosi miracoli retrocederà in serie B senza appello.
"Eh, ma nel secondo tempo abbiamo attaccato solo noi, meritavamo di vincere", ho sentito dire da tifosi e da giornalisti o presunti tali: vorrei anche vedere che non fosse così!
Dopo il doppio vantaggio il Sassuolo, consapevole dei propri enormi limiti, ha fatto quello che doveva fare, ossia chiudersi a riccio ed aspettare un avversario che non annovera tra le sue fila nessun centrocampista in grado di verticalizzare e nessun esterno in grado di mettere a centro area un pallone pericoloso.
I numeri dicono che i tiri in porta dei neroverdi sono stati 5, quelli rossoblù 6: e visto che per fare gol bisogna centrare lo specchio, parlare di sfortuna o di dominio assoluto è ai limiti della malafede.
Si può semmai parlare di predominio territoriale, ma niente di più.
Tolta l'occasione di Diamanti nel primo tempo sparata alta, quella di Cech respinta quasi sulla linea (ma la palla sarebbe sfilata sul fondo) e la girata di Kone, Pegolo ha svolto solamente ordinaria amministrazione: ma ci sta, abiutati alle performances di Curci che evita i gol solo se viene centrato dalle punte avversarie, una semplice respinta in corner o una palla bloccata possono apparire come interventi al limite del miracoloso.
La cruda realtà è che questa squadra è totalmente allo sbando, costruita male, povera di qualità nei ruoli chiave: e Pioli, che negli scorsi anni era stato un valore aggiunto, quest'anno non sta dando nulla, anzi, forse sta togliendo qualcosa ad un gruppo di giocatori che per quanto inadeguati alla categoria o in parabola discendente non possono essere così scarsi, altrimenti non sarebbero mai arrivati a giocare in serie A.
Con un portiere con i tempi di reazione di Nonno Simpson, un centrocampista come Krhin che rende inutile l'utilizzo della moviola e una punta come Rolando Bianchi che non aiuta la squadra e le poche volte che viene servito non trova la porta, beh, credere nella salvezza diventa un autentico atto di fede.
Atto di fede che hanno fatto gli oltre 2000 spettatori (tra cui il sottoscritto) che sono andati a Reggio Emilia nella speranza di vedere il Bologna rialzare la testa e che hanno tifato per 90 minuti sotto ad un autentico nubifragio: questo pubblico non merita tutto questo, ma nonostante questa filastrocca venga ormai ripetuta da anni, al peggio pare non ci sia limite.
La soluzione? Adesso è davvero difficile trovarne una.
Appurato che questa società non ha i soldi per pagare un altro allenatore, avanti con Pioli fino alla prossima partita col Livorno nella speranza di trovare il primo acuto della stagione e di raddrizzare una classifica da incubo ma che lascia ancora spazio ad una possibile risalita.
In caso di un altro passo falso, l'unico che portebbe avere il carisma per ridare un minimo di ordine tattico ad una squadra senza capo nè coda sarebbe Edy Reja, ma un allenatore della sua esperienza non potrebbe mai accettare un gruppo simile senza la garanzia di ottenere almeno tre o quattro innesti di qualità a gennaio per mettere una pezza alle evidenti falle di questo organico.
La speranza (ma resterà tale) è che un signore di nome Zanetti che in passato dichiarò che in caso di bisogno ci sarebbe stato, decida di scendere in campo a tutela di quei quattro milioni di euro versati due anni fa nelle casse della società e spazzi via quel manipolo di incapaci che sta distruggendo una realtà gloriosa come il Bologna calcio. Una demolizione chirurgica che sta spazzando via la nostra squadra non solo dal punto di vista sportivo, ma soprattutto da quello dell'immagine. Una lenta agonia costellata di delusioni continue, di batoste clamorose, di dolorose cessioni di quei pochi giocatori nei quali un giovane tifoso potrebbe identificarsi: stanno uccidendo la nostra passione, deliberatamente, senza vergogna alcuna per perseguire i propri interessi, chi immobiliari, chi di altra natura.
Non esistono benefattori, nessuno ha salvato il Bologna: ognuno ha visto in questa operazione una possibilità di business, chi per la propria azienda di costruzioni, chi per rivalutare dei terreni di propria proprietà, chi per creare una partnership per la propria azienda di gadget, chi semplicemente per ottenere visibilità. Nessuno aveva un progetto calcistico, il Bologna ha sempre e solo rappresentato un veicolo per arrivare altrove. Ed ogni veicolo necessita di manutenzione, altrimenti lentamente deperisce e inizia a perdere pezzi per la strada, finchè un giorno non si ferma.
L'unico che forse aveva un progetto non solo imprenditoriale ma anche sportivo era quel Setti allontanato come un appestato che adesso sta portando il Verona lassù, dove noi non arriviamo ormai da tanti, troppi anni: forse la sua ambizione di dare vita ad un progetto a medio termine aveva spaventato chi voleva solo prosciugare quel poco di buono che le gestioni precedenti avevano lasciato in eredità per navigare a vista nella speranza di riuscire nel frattempo a raggiungere i propri scopi.
Siamo ultimi, esasperati, con una società assente da tutti i punti di vista: ci resta solo la nostra passione per questi colori, questa nessuno ce la potrà mai portare via.
In classifica il Bologna è precipitato all'ultimo posto, scavalcato proprio dal Sassuolo.
Nel prossimo turno, i rossoblù affronteranno il Livorno allo stadio Dall'Ara: contro i labronici sarà uno scontro drammatico, con un solo risultato a disposizione, la vittoria.
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Un'altra "memorabile" impresa che sporca la gloriosa storia del nostro Bologna è andata di scena allo stadio di Reggio Emilia: il Sassuolo, neo promosso in serie A e fin qui cenerentola del campionato le ha suonate ai blasonati rossoblù, la squadra più vincente della regione, quella che un tempo faceva tremare il mondo. Ed ora è il Bologna la cenerentola, l'ultima della classe, l'unica squadra a non aver ancora vinto una partita, con la peggior difesa del torneo ed un attacco che non segna praticamente mai su azione.
Ho sentito parlare di piccoli segnali di ripresa, di massimo impegno, di sfortuna: la realtà è che il Bologna ha preso due reti in 17 minuti da una squadra che era destinata a fare la fine del Pescara dello scorso anno e che a meno di clamorosi miracoli retrocederà in serie B senza appello.
"Eh, ma nel secondo tempo abbiamo attaccato solo noi, meritavamo di vincere", ho sentito dire da tifosi e da giornalisti o presunti tali: vorrei anche vedere che non fosse così!
Dopo il doppio vantaggio il Sassuolo, consapevole dei propri enormi limiti, ha fatto quello che doveva fare, ossia chiudersi a riccio ed aspettare un avversario che non annovera tra le sue fila nessun centrocampista in grado di verticalizzare e nessun esterno in grado di mettere a centro area un pallone pericoloso.
I numeri dicono che i tiri in porta dei neroverdi sono stati 5, quelli rossoblù 6: e visto che per fare gol bisogna centrare lo specchio, parlare di sfortuna o di dominio assoluto è ai limiti della malafede.
Si può semmai parlare di predominio territoriale, ma niente di più.
Tolta l'occasione di Diamanti nel primo tempo sparata alta, quella di Cech respinta quasi sulla linea (ma la palla sarebbe sfilata sul fondo) e la girata di Kone, Pegolo ha svolto solamente ordinaria amministrazione: ma ci sta, abiutati alle performances di Curci che evita i gol solo se viene centrato dalle punte avversarie, una semplice respinta in corner o una palla bloccata possono apparire come interventi al limite del miracoloso.
La cruda realtà è che questa squadra è totalmente allo sbando, costruita male, povera di qualità nei ruoli chiave: e Pioli, che negli scorsi anni era stato un valore aggiunto, quest'anno non sta dando nulla, anzi, forse sta togliendo qualcosa ad un gruppo di giocatori che per quanto inadeguati alla categoria o in parabola discendente non possono essere così scarsi, altrimenti non sarebbero mai arrivati a giocare in serie A.
Con un portiere con i tempi di reazione di Nonno Simpson, un centrocampista come Krhin che rende inutile l'utilizzo della moviola e una punta come Rolando Bianchi che non aiuta la squadra e le poche volte che viene servito non trova la porta, beh, credere nella salvezza diventa un autentico atto di fede.
Atto di fede che hanno fatto gli oltre 2000 spettatori (tra cui il sottoscritto) che sono andati a Reggio Emilia nella speranza di vedere il Bologna rialzare la testa e che hanno tifato per 90 minuti sotto ad un autentico nubifragio: questo pubblico non merita tutto questo, ma nonostante questa filastrocca venga ormai ripetuta da anni, al peggio pare non ci sia limite.
La soluzione? Adesso è davvero difficile trovarne una.
Appurato che questa società non ha i soldi per pagare un altro allenatore, avanti con Pioli fino alla prossima partita col Livorno nella speranza di trovare il primo acuto della stagione e di raddrizzare una classifica da incubo ma che lascia ancora spazio ad una possibile risalita.
In caso di un altro passo falso, l'unico che portebbe avere il carisma per ridare un minimo di ordine tattico ad una squadra senza capo nè coda sarebbe Edy Reja, ma un allenatore della sua esperienza non potrebbe mai accettare un gruppo simile senza la garanzia di ottenere almeno tre o quattro innesti di qualità a gennaio per mettere una pezza alle evidenti falle di questo organico.
La speranza (ma resterà tale) è che un signore di nome Zanetti che in passato dichiarò che in caso di bisogno ci sarebbe stato, decida di scendere in campo a tutela di quei quattro milioni di euro versati due anni fa nelle casse della società e spazzi via quel manipolo di incapaci che sta distruggendo una realtà gloriosa come il Bologna calcio. Una demolizione chirurgica che sta spazzando via la nostra squadra non solo dal punto di vista sportivo, ma soprattutto da quello dell'immagine. Una lenta agonia costellata di delusioni continue, di batoste clamorose, di dolorose cessioni di quei pochi giocatori nei quali un giovane tifoso potrebbe identificarsi: stanno uccidendo la nostra passione, deliberatamente, senza vergogna alcuna per perseguire i propri interessi, chi immobiliari, chi di altra natura.
Non esistono benefattori, nessuno ha salvato il Bologna: ognuno ha visto in questa operazione una possibilità di business, chi per la propria azienda di costruzioni, chi per rivalutare dei terreni di propria proprietà, chi per creare una partnership per la propria azienda di gadget, chi semplicemente per ottenere visibilità. Nessuno aveva un progetto calcistico, il Bologna ha sempre e solo rappresentato un veicolo per arrivare altrove. Ed ogni veicolo necessita di manutenzione, altrimenti lentamente deperisce e inizia a perdere pezzi per la strada, finchè un giorno non si ferma.
L'unico che forse aveva un progetto non solo imprenditoriale ma anche sportivo era quel Setti allontanato come un appestato che adesso sta portando il Verona lassù, dove noi non arriviamo ormai da tanti, troppi anni: forse la sua ambizione di dare vita ad un progetto a medio termine aveva spaventato chi voleva solo prosciugare quel poco di buono che le gestioni precedenti avevano lasciato in eredità per navigare a vista nella speranza di riuscire nel frattempo a raggiungere i propri scopi.
Siamo ultimi, esasperati, con una società assente da tutti i punti di vista: ci resta solo la nostra passione per questi colori, questa nessuno ce la potrà mai portare via.
In classifica il Bologna è precipitato all'ultimo posto, scavalcato proprio dal Sassuolo.
Nel prossimo turno, i rossoblù affronteranno il Livorno allo stadio Dall'Ara: contro i labronici sarà uno scontro drammatico, con un solo risultato a disposizione, la vittoria.
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