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mercoledì 23 giugno 2010

Bologna: annunciata la cessione a Porcedda dell'80% delle quote

Bologna F.C. 1909
Il silenzio dei Menarini aveva stancato tutti: i tifosi, la stampa e, per chi sa leggere tra le righe, anche lo stesso Colomba.
Questo comunicato apparso sul sito ufficiale, se non altro, muove le acque stagnanti che si erano raccolte attorno a Casteldebole e regala a giornalisti e tifosi nuovi argomenti su cui disquisire.
Rileggendo il breve trafiletto però si può pensare tutto e il contrario di tutto.
Punto uno: cos'è un accordo di massima? Si sono stretti la mano o c'è un impegno scritto con tanto di "caparra"? Vai a saperlo.
Punto due: quando sarà conclusa l'operazione? Non prima di 15 giorni. Un po' vago, non trovate? Non viene detto nulla di definitivo su quando la nuova proprietà metterà nero su bianco ed inizierà a lavorare per allestire una squadra competitiva. L'unica cosa certa è che per altri 15 giorni il mercato sarà sostanzialmente congelato in attesa delle firme. E che fretta c'è? Il ritiro inizia solo l'11 luglio...
Di questo imprenditore sardo 51enne cosa si può dire? Si sa poco o nulla: risulta essere proprietario di centri benessere, di stabilimenti balneari, di alberghi, di una discoteca e di avere interessi nel campo della moda. E' un tifoso del Bologna? Neanche per idea. Tifa Cagliari, società che aveva tentato di acquisire senza successo nel 2005.
Allora quale interesse avrà spinto questo signore a farsi avanti per acquisire l'80% delle quote del BFC?
Non la realizzazione del nuovo stadio. Se mai si dovessero ottenere le necessarie autorizzazioni da Comune e Provincia, è chiaro che a gestirne la costruzione sarebbero i Menarini: ecco spiegata la loro volontà di restare in società con una quota di minoranza.
Quindi? Una volta che il Bologna traslocherà nel nuovo impianto Porcedda chiederà al comune di trasformare il vecchio e glorioso Dall'Ara in un centro benessere o in una discoteca?
Scherzi a parte, parlare ora è prematuro. Non ci sono certezze sulle strategie future, eccetto una: sarà l'ex Cagliari Carmine Longo, uomo di fiducia del nuovo futuro azionista di maggioranza, a gestire le vicende del club in questo periodo di transizione.
Quanto ai programmi e agli obiettivi si può solo fare riferimento ad un'intervista rilasciata dal signor Porcedda all'indomani dell'annuncio, nella quale ha parlato di salvezza da conquistare senza "soffrire fino all'ultima giornata" e di "parte sinistra della classifica" da raggiungere nel giro di tre anni. L'Europa League? "Sarebbe un sogno".
Sicuramente dopo un'attesa così lunga e snervante il popolo rossoblù si aspettava qualcosa di più, è innegabile. Una cosa è certa: fare peggio dei Menarini sarà difficile. Ma non impossibile (Casillo docet).
Auguriamoci solo che il nuovo proprietario porti in dote a questa società al momento allo sbando serietà, trasparenza e un programma finalmente chiaro che miri ad una crescita costante.
Occorre innanzitutto che la trattativa si chiuda con successo e questo è tutt'altro che scontato: le esperienze avute negli anni passati con Taci e Tacopina insegnano che la prudenza non è mai troppa.
Chi ha la tentazione di correre a rinnovare l'abbonamento fiducioso in un cambio di rotta sappia che c'è tempo fino al 14 luglio: a quel punto si saprà se la trattativa avrà avuto esito positivo e forse si potrà già avere un'idea dello spessore economico del nuovo patron. A tal proposito saranno indicative le prime mosse sul mercato: se si continuerà a bussare alla porta delle altre società elemosinando prestiti di giocatori in esubero o in parabola discendente sarà chiaro a tutti che nulla è cambiato.
Non ci resta altro da fare che aspettare: coi Menarini eravamo tutti convinti di aver toccato il fondo, quindi un cambiamento era necessario e doveroso. Ma l'impressione è che nessuno andrà all'aeroporto ad accogliere Sergio Porcedda sventolando bandiere rossoblù. Se il nuovo proprietario vorrà conquistare la fiducia e il rispetto di Bologna dovrà fare solo una cosa: tanti fatti.

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