Gara 3, in una serie in perfetta parità, è spesso la gara della svolta. Purtroppo per la Fortitudo, se la aggiudica una spietata Forlì che espugna un caldissimo Paladozza col punteggio di 68-75, si riprende il fattore campo ed è ora ad un passo dalla promozione in Legadue.
Se lo scontro si fosse consumato sugli spalti, la partita l'avrebbe stravinta la Fortitudo: infatti la curva Calori, interamente riservata ai tifosi ospiti, presentava larghissimi vuoti, segno che dopo la sconfitta interna patita in gara 1 i tifosi romagnoli forse non credevano più nell'impresa.
Ma quello che conta è il responso del campo: e sul parquet sono stati i ragazzi di coach Di Lorenzo ad avere la meglio, non mollando nemmeno quando, sul +12 a metà del terzo quarto, la Effe sembrava avere in pugno la partita. Ma una percentuale scandalosa dei biancoblù nel tiro da tre (solo il 21% con 5/24, contro il 41% degli avversari), con i suoi migliori tiratori Muro e Malaventura che hanno sparato a salve, ha permesso a Forlì di rifarsi sotto e di realizzare l'insperato sorpasso a due minuti dalla sirena. A quel punto, con Lamma gravato di quattro falli, nessuno è stato più in grado di innescare Cittadini (18 punti, di gran lunga il migliore dei suoi) e il volo dell'Aquila si è interrotto. Il solo Sorrentino ha cercato di caricarsi sulle spalle la squadra, trovando alcuni importanti canestri, ma non è bastato.
L'ultimo quarto recita un impietoso parziale: 11-24 per Forlì, a testimonianza del crollo fisico e nervoso dei ragazzi di Finelli. Ingiustificabile, data l'esperienza e la qualità degli uomini in campo.
Chi ha deluso di più? A mio parere Muro: il suo 2/9 da tre parla chiaro. Subito a ruota Malaventura: un fantasma rispetto al giocatore ammirato in gara 1.
Questi i parziali: 20-21, 41-36, 57-51.
E ora? Che speranze ha di ribaltare la serie questa squadra evidentemente stanca, con i suoi uomini migliori che sono spariti dal campo proprio nei momenti in cui la maggiore esperienza avrebbe dovuto aver la meglio sulla maggiore freschezza atletica? Fra meno di 48 ore sapremo se i biancoblù saranno riusciti a riprendersi da questo terribile pugno in faccia.
Domenica al Paladozza è un programma gara 4 e sarà il primo match point per Forlì.
Non servono tante parole, ora chi ha gli attributi deve tirarli fuori: com'è stata clamorosa la retrocessione dello scorso anno, altrettanto clamoroso sarebbe non centrare la promozione con un quintetto base che secondo gli addetti ai lavori avrebbe dovuto primeggiare anche in Legadue.
Sia chiaro, chi gestisce (malamente) la società non meriterebbe questa soddisfazione: ma la meriterebbero, eccome, i tifosi e con essi i giocatori che hanno deciso di rimanere nonostante la doppia retrocessione, rinunciando ad ingaggi nelle categorie superiori per riportare in alto la Effe.
Ed è proprio in mano loro il destino della Fortitudo: non centrare il traguardo potrebbe rappresentare la fine del volo dell'Aquila, col rischio concreto di veder sparire dal panorama cestistico italiano una delle società più importanti per storia e seguito di pubblico. Ma questi sono discorsi che si faranno a tempo debito.
La speranza è l'ultima a morire: cerchiamo di portare Forlì a gara 5, poi si vedrà.
Se lo scontro si fosse consumato sugli spalti, la partita l'avrebbe stravinta la Fortitudo: infatti la curva Calori, interamente riservata ai tifosi ospiti, presentava larghissimi vuoti, segno che dopo la sconfitta interna patita in gara 1 i tifosi romagnoli forse non credevano più nell'impresa.
Ma quello che conta è il responso del campo: e sul parquet sono stati i ragazzi di coach Di Lorenzo ad avere la meglio, non mollando nemmeno quando, sul +12 a metà del terzo quarto, la Effe sembrava avere in pugno la partita. Ma una percentuale scandalosa dei biancoblù nel tiro da tre (solo il 21% con 5/24, contro il 41% degli avversari), con i suoi migliori tiratori Muro e Malaventura che hanno sparato a salve, ha permesso a Forlì di rifarsi sotto e di realizzare l'insperato sorpasso a due minuti dalla sirena. A quel punto, con Lamma gravato di quattro falli, nessuno è stato più in grado di innescare Cittadini (18 punti, di gran lunga il migliore dei suoi) e il volo dell'Aquila si è interrotto. Il solo Sorrentino ha cercato di caricarsi sulle spalle la squadra, trovando alcuni importanti canestri, ma non è bastato.
L'ultimo quarto recita un impietoso parziale: 11-24 per Forlì, a testimonianza del crollo fisico e nervoso dei ragazzi di Finelli. Ingiustificabile, data l'esperienza e la qualità degli uomini in campo.
Chi ha deluso di più? A mio parere Muro: il suo 2/9 da tre parla chiaro. Subito a ruota Malaventura: un fantasma rispetto al giocatore ammirato in gara 1.
Questi i parziali: 20-21, 41-36, 57-51.
E ora? Che speranze ha di ribaltare la serie questa squadra evidentemente stanca, con i suoi uomini migliori che sono spariti dal campo proprio nei momenti in cui la maggiore esperienza avrebbe dovuto aver la meglio sulla maggiore freschezza atletica? Fra meno di 48 ore sapremo se i biancoblù saranno riusciti a riprendersi da questo terribile pugno in faccia.
Domenica al Paladozza è un programma gara 4 e sarà il primo match point per Forlì.
Non servono tante parole, ora chi ha gli attributi deve tirarli fuori: com'è stata clamorosa la retrocessione dello scorso anno, altrettanto clamoroso sarebbe non centrare la promozione con un quintetto base che secondo gli addetti ai lavori avrebbe dovuto primeggiare anche in Legadue.
Sia chiaro, chi gestisce (malamente) la società non meriterebbe questa soddisfazione: ma la meriterebbero, eccome, i tifosi e con essi i giocatori che hanno deciso di rimanere nonostante la doppia retrocessione, rinunciando ad ingaggi nelle categorie superiori per riportare in alto la Effe.
Ed è proprio in mano loro il destino della Fortitudo: non centrare il traguardo potrebbe rappresentare la fine del volo dell'Aquila, col rischio concreto di veder sparire dal panorama cestistico italiano una delle società più importanti per storia e seguito di pubblico. Ma questi sono discorsi che si faranno a tempo debito.
La speranza è l'ultima a morire: cerchiamo di portare Forlì a gara 5, poi si vedrà.
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