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domenica 2 maggio 2010

Atalanta-Bologna 1-1: commento partita

Bologna F.C. 1909Chi non avrebbe firmato un punto alla vigilia? Un punto è arrivato, ma ciò che sconvolge il popolo rossoblù e non lo fa ancora gridare alla salvezza, nonostante il +5 a due turni dal termine, è il modo in cui è stato ottenuto. Solo un'autorete clamorosa del bergamasco Peluso a 8 minuti dal 90' ha permesso agli uomini di Colomba di raggiungere l'agognato pari, dopo più di 45 minuti giocati in superiorità numerica a causa dell'espulsione di Pellegrino per doppia ammonizione. Ma andiamo con ordine.
Pronti via, si capisce subito che il pallino del gioco sarebbe stato in mano ai nerazzurri per tutto il match: il Bologna non riesce a costruire nulla, si arrocca nella propria metà campo e appena conquista la sfera la allontana dall'area, ma in avanti né Di Vaio né Zalayeta riescono a tener palla e a far salire la squadra. La difesa a 5 è tutt'altro che un fortino: in settimana Colomba aveva citato come esempio da emulare il 'catenaccio' inscenato dall'Inter di Mourinho al Camp Nou, ma l'assetto difensivo rossoblù, nonostante Valdes non sia Messi, ha deluso tutte le aspettative, concedendo troppi spazi agli inserimenti degli avversari, complice anche il centrocampo, che non ha mai fatto filtro. L'assenza di Mudingayi, come si temeva, si è fatta sentire: dopo pochi minuti, infatti, era chiaro a tutti che la scelta del sostituto, caduta su Mutarelli, al rientro dopo sette mesi, era stata un clamoroso errore di valutazione del tecnico. L'ex laziale, in palese ritardo su tutti i palloni, si è fatto notare solo per i numerosi interventi fallosi: dopo il cartellino giallo preso all'11' minuto per fallo su Valdes, ha effettuato altri due duri interventi a metà campo rischiando la seconda ammonizione, ma è stato graziato dal direttore di gara.
Al 15' il dominio nerazzurro si concretizza: iniziativa di Tiribocchi che imbecca in area Guarente: il centrocampista nerazzurro sposta il pallone e viene steso da Portanova. Rigore e cartellino giallo per il centrale rossoblù che era diffidato e quindi salterà il Catania. Dal dischetto Valdes calcia centrale e Viviano respinge con i piedi. Pericolo scampato, più per demerito del numero 20 nerazzurro, che ha tirato malamente, che per merito del numero uno rossoblù che si era buttato alla sua destra ed è stato colpito dal pallone.
L'Atalanta non demorde e al 23' minuto conquista un calcio di punizione sulla trequarti: Guarente invece di scodellare al centro tira verso la porta e sorprende Viviano che era colpevolmente fuori dai pali: grave leggerezza dell'estremo difensore rossoblù che vanifica la precedente parata dagli undici metri. Atalanta in vantaggio e virtualmente a soli 2 punti dagli uomini di Colomba, che sembrano non reagire alla rete subita.
Al 45' il giallo: corner di Modesto, l'arbitro Tagliavento fischia il penalty a favore dei rossoblù per trattenuta di Pellegrino su Portanova. L'atalantino protesta in maniera troppo veemente e l'arbitro gli mostra il cartellino rosso. Tutti attendono la battuta del calcio di rigore, invece si riprende con una rimessa da fondo campo: il guardalinee aveva alzato la bandierina per segnalare che il pallone calciato da Modesto aveva superato la linea di fondo durante la traiettoria aerea, inducendo l'arbitro a tornare sulla propria decisione. Ma il provvedimento disciplinare ai danni del difensore orobico resta. Situazione senza precedenti e proteste da ambo le parti. Ma tant'è: il Bologna va negli spogliatoi sapendo di poter giocare i secondi 45 minuti in superiorità numerica.
Tutti si aspettano un cambio tattico radicale, per l'esigenza di spostare in avanti il baricentro e dare vivacità ad un attacco che fino a quel momento non aveva prodotto un solo tiro in porta. Invece al rientro in campo l'unico cambiamento è l'ingresso di Casarini, un altro centrocampista, al posto di Mutarelli, già ammonito e francamente impresentabile.
L'inerzia del match però non cambia e al 51' Colomba decide di buttare nella mischia anche Adailton, al posto di Portanova. Il baricentro si alza, ma non si registrano conclusioni verso la porta eccetto una debole punizione dello stesso Adailton che Consigli blocca con tranquillità. E' il primo tiro in porta del Bologna: arriva al minuto 56.
E' invece l'Atalanta che, nonostante l'uomo in meno, pressa e conquista numerosi palloni a metà campo, pungendo in contropiede con Amoruso sul quale Britos fa un prodigioso intervento in scivolata, sventando il pericolo.
La partita cambia al 25' minuto: Colomba inserisce Gimenez per Raggi e il Bologna finalmente comincia a farsi vedere dalle parti di Consigli. Prima l'uruguaiano serve Zalayeta defilato a destra che, invece di tentare la conclusione a rete, cerca un improbabile passaggio al centro che viene intercettato. Poi al minuto numero 82, servito in area di rigore da Modesto che aveva recuperato un pallone sulla sinistra, tira verso la porta (il primo vero tiro in porta), Consigli respinge e Peluso, senza la pressione di nessun avversario, sbaglia goffamente il tocco spingendo la palla all'interno della propria porta. E' il pareggio che fa tirare a tutta Bologna un sospiro di sollievo. L'Atalanta si riversa in avanti con la forza della disperazione e va vicina al gol con un pericoloso colpo di testa di Amoruso che si spegne di poco a lato alla sinistra di Viviano.
Il Bologna si chiude e cerca di ripartire in contropiede ma è molto impreciso negli appoggi. Al 90' Gimenez, imbeccato in area da Guana, spara col destro ma non inquadra la porta. Al termine dei 5 minuti di recupero Di Vaio, lanciato da Guana, viene fermato per un fuorigioco inesistente dopo aver saltato Consigli: era da solo con la porta spalancata davanti a sé. Sarebbe stato il gol salvezza, ma pazienza: vista la deludente prestazione dei rossoblù sarebbe stato chiedere davvero troppo.

Ci sarebbe da gioire, ma io non riesco a godere pienamente di questo momento: e, senza presunzione, credo che il mio stato d'animo sia condiviso dalla maggior parte di coloro che hanno visto la partita. Non fraintendetemi, alla vigilia avrei fatto carte false per un pareggio. Ma, siamo onesti, questo punto non è meritato. Abbiamo giocato per oltre 50 minuti in superiorità numerica senza renderci mai pericolosi, con un allenatore che ha palesemente sbagliato assetto tattico e interpreti in campo: la difesa a cinque ha lasciato sguarnito un centrocampo che, orfano di Mudingayi, veniva sempre saltato e la scelta di Mutarelli, fermo da mesi, non trova spiegazioni logiche, visto che chi ha avuto modo di vedere l'amichevole del giovedì a Scandiano lo ha segnalato come uno dei meno propositivi. Solo dopo l'ingresso di Adailton l'assetto è stato modificato, ma purtroppo il brasiliano è un lontano parente di quello che ha steso il Genoa a Marassi e non è riuscito a dare nessuna scossa ad una squadra che non riusciva ad inanellare tre passaggi di fila e subiva addirittura il pressing a metà campo degli avversari in inferiorità numerica. Solo dopo l'ingresso di Gimenez il vento è cambiato: il sospetto è che sia stata la mossa della disperazione, fatta dal mister più per salvare se stesso dalle critiche che per effettiva convinzione nelle capacità del giocatore: in tal caso, secondo me, lo avrebbe buttato nella mischia dopo l'intervallo per dare subito un'altra impronta ai suoi. Fortunatamente il folletto uruguaiano è entrato subito in partita, creando scompiglio e scagliando l'unico tiro degno di nota verso la porta bergamasca, dal quale è nata l'incredibile autorete di Peluso.
E' triste dover gioire per un errore clamoroso degli avversari e non per meriti propri. Domani i giornali titoleranno "Salvi per un Peluso" o "Viva Culomba". E non si può negare che la dea bendata ci abbia dato una grossa mano, in questo finale di stagione come nei due precedenti, restituendoci in parte il credito maturato dopo l'incredibile retrocessione del 2005.
Ma di questi tempi bisogna accontentarsi, "tapparsi il naso" e guardare avanti: l'importante è aver tenuto la formazione bergamasca a distanza, mortificandone le speranze di rimonta. Pertanto questo punto, sebbene immeritato, rappresenta un passo forse decisivo per la permanenza nella massima serie. Ora per gli uomini di Colomba sarà sufficiente ottenere 2 punti negli ultimi due abbordabili turni: ma ciò che conforta di più il popolo rossoblù è che se l'Atalanta non farà bottino pieno a Napoli, si potrà festeggiare la salvezza con un turno di anticipo anche in caso di sconfitta contro il Catania.

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