Nella diciottesima giornata del campionato di serie A 2013/2014, il Bologna ha subito una netta e bruciante sconfitta contro la cenerentola Catania: 2-0 il risultato allo stadio Massimino, in virtù delle reti di Bergessio al 23° e di Lodi su rigore al 66°.
Commento partita
Un'altra domenica da dimenticare, l'ennesima di una stagione orripilante, maledetta, ormai ben oltre l'indecenza.
Solo il livello infimo delle altre pericolanti tiene miracolosamente il Bologna ancora fuori dalla zona retrocessione, ma la cenerentola Catania vista oggi, dopo il rientro della sua punta principe Bergessio e il prezioso innesto di un uomo d'ordine come Lodi a centrocampo, è sembrata giocare un altro sport e dopo il ciclo terribile che attende il Bologna, difficilmente sarà ancora alle spalle dei felsinei.
Bologna mai in partita, un solo sterile tiro in porta fino al minuto 88 e un atteggiamento remissivo, indisponente, che disonora la maglia rossoblù: guardare una partita del genere della propria squadra del cuore è un po' come osservare la ragazza della quale si è segretamente innamorati baciare un altro conosciuto la sera stessa: si resta senza parole, con una terribile morsa allo stomaco.
A questo punto, inutile girarci intorno, l'allenatore deve essere cacciato: Pioli avrà colpe secondarie, ma ne ha tante.
La squadra non ha nessun gioco, quando è in possesso di palla non sa mai cosa fare della sfera, le punte fanno lo stesso movimento dei fittoni di Piazza Maggiore, i difensori vengono scartati come dei paletti dello slalom speciale.
Alla guida di un materiale umano di qualità equiparabile alle cineserie in vendita ad una fiera dell'elettronica, c'è un comandante che non ha la più pallida idea di come mettere in campo i suoi: ogni domenica un nuovo modulo, nuovi interpreti ma solo una costante, il caos più totale, in ogni reparto.
La situazione è drammatica soprattutto per il fatto che la società in un periodo di crisi profonda e in pieno mercato di riparazione si dimostra ancora una volta totalmente assente, con zero dichiarazioni, zero prese di posizione e, soprattutto, ancora nessuna operazione in entrata nè in uscita al contrario delle rivali, che stanno lavorando da mesi per mettere velocemente una pezza alle mancanze dei propri organici e spedire altrove le cosiddette mele marce.
Lo spogliatoio è evidentemente spaccato, con un tecnico sfiduciato che resta al timone solo perchè il suo ingaggio elevato non ne consente l'esonero. La mancanza di liquidi impedisce l'ingaggio di un nuovo mister che, per accettare di allenare una rosa così male assortita e metterci la faccia, chiederebbe certamente rinforzi importanti e pronti subito in ogni reparto e, probabilmente, anche il rinnovo per la stagione successiva in caso di salvezza.
Forse gli squattrinati al comando attendono che la dignità di Pioli lo spinga alle dimissioni, ma è un gesto assolutamente non dovuto, visto che nessuno ha costretto la società a legarsi per più anni ad una cifra importante ad un allenatore che, per quanto possa essere bravo, non ha la bacchetta magica per trasformare in tanti Varenne dei cavalli zoppi.
L'agonia continua, deprime un ambiente che avrebbe bisogno di entusiasmo per alimentare una passione che sotto alle ceneri lasciate da gestioni folli e risultati pessimi è ancora incredibilmente ardente.
Io ci voglio ancora credere, sarò allo stadio fino all'ultimo secondo dell'ultima partita e tirerò fuori tutta la voce che ho, perchè io non posso, purtroppo, fare altro: ci sono persone invece che possono fare tanto, sul campo e in altre sedi. Inizino a fare qualcosa.
Fino alla fine, forza Bologna.
- Per vedere il video con gli highlights della partita, clicca qui
Commento partita
Un'altra domenica da dimenticare, l'ennesima di una stagione orripilante, maledetta, ormai ben oltre l'indecenza.
Solo il livello infimo delle altre pericolanti tiene miracolosamente il Bologna ancora fuori dalla zona retrocessione, ma la cenerentola Catania vista oggi, dopo il rientro della sua punta principe Bergessio e il prezioso innesto di un uomo d'ordine come Lodi a centrocampo, è sembrata giocare un altro sport e dopo il ciclo terribile che attende il Bologna, difficilmente sarà ancora alle spalle dei felsinei.
Bologna mai in partita, un solo sterile tiro in porta fino al minuto 88 e un atteggiamento remissivo, indisponente, che disonora la maglia rossoblù: guardare una partita del genere della propria squadra del cuore è un po' come osservare la ragazza della quale si è segretamente innamorati baciare un altro conosciuto la sera stessa: si resta senza parole, con una terribile morsa allo stomaco.
A questo punto, inutile girarci intorno, l'allenatore deve essere cacciato: Pioli avrà colpe secondarie, ma ne ha tante.
La squadra non ha nessun gioco, quando è in possesso di palla non sa mai cosa fare della sfera, le punte fanno lo stesso movimento dei fittoni di Piazza Maggiore, i difensori vengono scartati come dei paletti dello slalom speciale.
Alla guida di un materiale umano di qualità equiparabile alle cineserie in vendita ad una fiera dell'elettronica, c'è un comandante che non ha la più pallida idea di come mettere in campo i suoi: ogni domenica un nuovo modulo, nuovi interpreti ma solo una costante, il caos più totale, in ogni reparto.
La situazione è drammatica soprattutto per il fatto che la società in un periodo di crisi profonda e in pieno mercato di riparazione si dimostra ancora una volta totalmente assente, con zero dichiarazioni, zero prese di posizione e, soprattutto, ancora nessuna operazione in entrata nè in uscita al contrario delle rivali, che stanno lavorando da mesi per mettere velocemente una pezza alle mancanze dei propri organici e spedire altrove le cosiddette mele marce.
Lo spogliatoio è evidentemente spaccato, con un tecnico sfiduciato che resta al timone solo perchè il suo ingaggio elevato non ne consente l'esonero. La mancanza di liquidi impedisce l'ingaggio di un nuovo mister che, per accettare di allenare una rosa così male assortita e metterci la faccia, chiederebbe certamente rinforzi importanti e pronti subito in ogni reparto e, probabilmente, anche il rinnovo per la stagione successiva in caso di salvezza.
Forse gli squattrinati al comando attendono che la dignità di Pioli lo spinga alle dimissioni, ma è un gesto assolutamente non dovuto, visto che nessuno ha costretto la società a legarsi per più anni ad una cifra importante ad un allenatore che, per quanto possa essere bravo, non ha la bacchetta magica per trasformare in tanti Varenne dei cavalli zoppi.
L'agonia continua, deprime un ambiente che avrebbe bisogno di entusiasmo per alimentare una passione che sotto alle ceneri lasciate da gestioni folli e risultati pessimi è ancora incredibilmente ardente.
Io ci voglio ancora credere, sarò allo stadio fino all'ultimo secondo dell'ultima partita e tirerò fuori tutta la voce che ho, perchè io non posso, purtroppo, fare altro: ci sono persone invece che possono fare tanto, sul campo e in altre sedi. Inizino a fare qualcosa.
Fino alla fine, forza Bologna.
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