Nella trentaquattresima giornata del campionato di serie A 2010/2011, il Bologna è stato nettamente sconfitto a domicilio dal Cesena: 0-2 il risultato allo stadio Renato Dall'Ara in virtù delle reti di Giaccherini al 47° e di Malonga all'84°.
Commento partita
Un Bologna irriconoscibile conclude nel peggiore dei modi una settimana di aspre polemiche ed incappa nella quarta sconfitta consecutiva (la seconda di fila tra le mura amiche).
Primo tempo caratterizzato da molto agonismo e poche conclusioni, nel quale l'unico avvenimento degno di nota è l'ingresso in campo di Casarini al posto di Buscè, vittima di un problema muscolare al 27°.
Al rientro in campo, il Cesena impiega poco più di 120 secondi per passare in vantaggio: tiro di Jimenez, respinta di Viviano, la palla finisce sui piedi di Giaccherini che prima trova l'opposizione di Rubin e poi insacca sotto alla traversa con un preciso sinistro.
Al 53° Malesani butta nella mischia Ramirez al posto del connazionale Perez, ma Bologna si squaglia e non riesce mai a rendersi pericoloso dalle parti di Antonioli.
E' invece il Cesena a sfiorare il raddoppio con l'indemoniato Giaccherini, sul quale Viviano si supera in due occasioni.
Al 78° la mossa della disperazione: fuori Mudingayi, dentro Paponi.
Ma all'84° Malonga, lanciato da Caserta, buca la fragile retroguardia rossoblù e infila la sfera tra le gambe di Viviano: 0-2 e titoli di coda.
Gli uomini di Malesani trovano la forza per gettarsi in avanti solo a match ormai compromesso: all'87° Esposito deposita la sfera in rete, ma l'arbitro Giannoccaro annulla per un fuorigioco molto dubbio.
Il Cesena vede la luce, i rossoblù tornano sull'orlo del precipizio.
In classifica il Bologna resta inchiodato a 40 punti: dopo le vittorie esterne di Sampdoria e Parma (contro Bari ed Udinese), ora sono solo cinque le lunghezze di vantaggio sulla terzultima piazza, occupata dagli stessi doriani e dal Lecce. La quota salvezza si è alzata e 40 punti probabilmente non basteranno: la stagione per certi versi ricorda quella del 2005, quando il Bologna di Mazzone, vittorioso a San Siro contro il Milan e ad un passo dal sesto posto, incappò in un finale di stagione pessimo e, complici una serie di risultati ad incastro, si vide raggiunto da tutte le inseguitrici e retrocesse inopinatamente dopo lo spareggio col Parma.
Malesani ha perso le redini del gruppo, ora è chiaro: una società forte avrebbe il dovere di intervenire per dare una scossa all'ambiente e togliere ai giocatori il pericoloso alibi fornito loro dal tecnico. Le dichiarazioni rilasciate dopo le sconfitte con Brescia e Napoli hanno sicuramente contribuito a questo crollo verticale: se a ciò si aggiunge una società totalmente assente e priva di idee per quanto riguarda il futuro, ecco che la rovinosa caduta del Bologna trova un perché.
Ora che fare? Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, credo che l'unica soluzione sia cambiare la guida tecnica prima che la situazione precipiti ulteriormente: è doveroso ringraziare Malesani per quello che ha fatto fino ad un mese fa, ma purtroppo il calcio non vive di gratitudine e il tempismo nelle decisioni è ciò che conta di più. Nel 2005 il Chievo, con un piede in B, ebbe il coraggio di cacciare Beretta a sole 3 giornate dalla fine e di chiamare al suo posto l'esordiente D'Angelo: la scelta si rivelò vincente, visto che la squadra veneta ritrovò le motivazioni e conquistò la salvezza proprio ai danni del Bologna, sconfitto al Bentegodi alla penultima giornata.
Visto che di soldi per ingaggiare un nuovo mister non ce ne sono, l'unica soluzione potrebbe essere rappresentata dall'allenatore della primavera Magnani: a lui le motivazioni per far bene non mancherebbero di certo.
Infine, un doveroso commento sul polverone alzatosi in seguito alla scoperta che due pass per invalidi erano associati alle targhe di alcuni giocatori rossoblù: i toni usati da alcuni giornali sono stati certamente eccessivi, alla luce del fatto che ufficialmente non c'è ancora alcun indagato. Ma se, ripeto, SE dovesse essere accertato il coinvolgimento attivo di qualche calciatore, allora l'episodio andrebbe duramente condannato: nessuno può permettersi di sfruttare i benefici riservati a chi sta peggio, men che meno chi vive in una condizione di privilegio.
A proposito dell'inchiesta, spero che vi sia davvero la volontà di smascherare TUTTI coloro che utilizzano un permesso invalidi senza averne titolo: basta guardarsi attorno per rendersi conto che, qualora ne abbiano davvero usufruito senza motivo, i giocatori rossoblù non sarebbero certamente gli unici.
Nel prossimo turno i rossoblù affronteranno il Milan allo stadio Meazza: inutile illudersi, il Bologna dell'ultimo mese e mezzo non ha nessuna speranza di portare a casa punti contro una formazione lanciatissima verso la conquista del tricolore.
Se questa squadra ha ancora qualcosa da dare, conservi le energie in vista del successivo incontro casalingo contro il Parma: da match di fine campionato, quello con i ducali rischia di trasformarsi in un autentico scontro salvezza.
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Un Bologna irriconoscibile conclude nel peggiore dei modi una settimana di aspre polemiche ed incappa nella quarta sconfitta consecutiva (la seconda di fila tra le mura amiche).
Primo tempo caratterizzato da molto agonismo e poche conclusioni, nel quale l'unico avvenimento degno di nota è l'ingresso in campo di Casarini al posto di Buscè, vittima di un problema muscolare al 27°.
Al rientro in campo, il Cesena impiega poco più di 120 secondi per passare in vantaggio: tiro di Jimenez, respinta di Viviano, la palla finisce sui piedi di Giaccherini che prima trova l'opposizione di Rubin e poi insacca sotto alla traversa con un preciso sinistro.
Al 53° Malesani butta nella mischia Ramirez al posto del connazionale Perez, ma Bologna si squaglia e non riesce mai a rendersi pericoloso dalle parti di Antonioli.
E' invece il Cesena a sfiorare il raddoppio con l'indemoniato Giaccherini, sul quale Viviano si supera in due occasioni.
Al 78° la mossa della disperazione: fuori Mudingayi, dentro Paponi.
Ma all'84° Malonga, lanciato da Caserta, buca la fragile retroguardia rossoblù e infila la sfera tra le gambe di Viviano: 0-2 e titoli di coda.
Gli uomini di Malesani trovano la forza per gettarsi in avanti solo a match ormai compromesso: all'87° Esposito deposita la sfera in rete, ma l'arbitro Giannoccaro annulla per un fuorigioco molto dubbio.
Il Cesena vede la luce, i rossoblù tornano sull'orlo del precipizio.
In classifica il Bologna resta inchiodato a 40 punti: dopo le vittorie esterne di Sampdoria e Parma (contro Bari ed Udinese), ora sono solo cinque le lunghezze di vantaggio sulla terzultima piazza, occupata dagli stessi doriani e dal Lecce. La quota salvezza si è alzata e 40 punti probabilmente non basteranno: la stagione per certi versi ricorda quella del 2005, quando il Bologna di Mazzone, vittorioso a San Siro contro il Milan e ad un passo dal sesto posto, incappò in un finale di stagione pessimo e, complici una serie di risultati ad incastro, si vide raggiunto da tutte le inseguitrici e retrocesse inopinatamente dopo lo spareggio col Parma.
Malesani ha perso le redini del gruppo, ora è chiaro: una società forte avrebbe il dovere di intervenire per dare una scossa all'ambiente e togliere ai giocatori il pericoloso alibi fornito loro dal tecnico. Le dichiarazioni rilasciate dopo le sconfitte con Brescia e Napoli hanno sicuramente contribuito a questo crollo verticale: se a ciò si aggiunge una società totalmente assente e priva di idee per quanto riguarda il futuro, ecco che la rovinosa caduta del Bologna trova un perché.
Ora che fare? Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, credo che l'unica soluzione sia cambiare la guida tecnica prima che la situazione precipiti ulteriormente: è doveroso ringraziare Malesani per quello che ha fatto fino ad un mese fa, ma purtroppo il calcio non vive di gratitudine e il tempismo nelle decisioni è ciò che conta di più. Nel 2005 il Chievo, con un piede in B, ebbe il coraggio di cacciare Beretta a sole 3 giornate dalla fine e di chiamare al suo posto l'esordiente D'Angelo: la scelta si rivelò vincente, visto che la squadra veneta ritrovò le motivazioni e conquistò la salvezza proprio ai danni del Bologna, sconfitto al Bentegodi alla penultima giornata.
Visto che di soldi per ingaggiare un nuovo mister non ce ne sono, l'unica soluzione potrebbe essere rappresentata dall'allenatore della primavera Magnani: a lui le motivazioni per far bene non mancherebbero di certo.
Infine, un doveroso commento sul polverone alzatosi in seguito alla scoperta che due pass per invalidi erano associati alle targhe di alcuni giocatori rossoblù: i toni usati da alcuni giornali sono stati certamente eccessivi, alla luce del fatto che ufficialmente non c'è ancora alcun indagato. Ma se, ripeto, SE dovesse essere accertato il coinvolgimento attivo di qualche calciatore, allora l'episodio andrebbe duramente condannato: nessuno può permettersi di sfruttare i benefici riservati a chi sta peggio, men che meno chi vive in una condizione di privilegio.
A proposito dell'inchiesta, spero che vi sia davvero la volontà di smascherare TUTTI coloro che utilizzano un permesso invalidi senza averne titolo: basta guardarsi attorno per rendersi conto che, qualora ne abbiano davvero usufruito senza motivo, i giocatori rossoblù non sarebbero certamente gli unici.
Nel prossimo turno i rossoblù affronteranno il Milan allo stadio Meazza: inutile illudersi, il Bologna dell'ultimo mese e mezzo non ha nessuna speranza di portare a casa punti contro una formazione lanciatissima verso la conquista del tricolore.
Se questa squadra ha ancora qualcosa da dare, conservi le energie in vista del successivo incontro casalingo contro il Parma: da match di fine campionato, quello con i ducali rischia di trasformarsi in un autentico scontro salvezza.
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Sono profondamente deluso non solo della squadra
RispondiEliminama sopratutto di MALESANI unico responsabile di una disfatta prevedibile ricortdarsi che il Bologna in difficoltà non ha mai ricevuto regali
per evitare retrocessioni. Malesani ricordo che
nele Verona-Hellas al 7/mo posto retrocesse in serie B è un chiaccherone in tutti i sensi
Romolo
Sono un tifosissimo del Bologna
RispondiEliminaho seguito tutte le partite e francamente le ultime sono state semplicemente Vergognose
una buona colpa è di Malesani abituè a questi
finali di camp.
La fiducia a quest'allenatore e quasi zero
cordialita Cesare
@Romolo: la principale responsabilità di Malesani, a mio parere, è aver demotivato il gruppo con le sue dichiarazioni. A otto giornate dal termine un allenatore ha il dovere di tenere sulla corda i giocatori: evidentemente l'esperienza vissuta con l'Hellas Verona non gli ha insegnato nulla.
RispondiElimina@Cesare: Malesani ha sicuramente molte colpe, ma di certo la precaria situazione societaria ha giocato un ruolo di primo piano in questo crollo verticale: i presidenti si alternano ogni mese e i giocatori non hanno un referente societario col quale discutere del futuro.
I rinnovi sono stati bloccati, molti giocatori non sanno se resteranno o se dovranno essere ceduti per fare cassa: la vera forza del Bologna era il gruppo, mentre adesso ognuno gioca per sé e i risultati sono sotto agli occhi di tutti...