Nella nona giornata del campionato di serie A 2010/2011 il Bologna ha subito una pesante sconfitta al Sant'Elia contro il Cagliari, che prima di oggi occupava l'ultimo posto della classifica: 2-0 il risultato, con le reti di Nenè al 51° e di Nainggolan al 78°.
Nel primo tempo il Bologna è apparso rinunciatario (e questa purtroppo non è una novità), lasciando il possesso palla e l'iniziativa nelle mani dei rossoblù isolani, più volte vicini al gol soprattutto al 30° con Nenè, sulla cui conclusione ravvicinata Viviano si è superato, e al 38° con Matri, che da posizione defilata ha colpito il palo esterno.
Nel secondo tempo Malesani ha cercato di porre rimedio alla sterilità offensiva dei suoi inserendo Ekdal al posto di Radovanovic e Gimenez per Paponi, ma al 51° è stato il Cagliari a passare: dormita della difesa rossoblù, soprattutto di Britos che saltando a vuoto su un cross di Cossu ha lasciato Nenè libero di battere Viviano con un tocco di destro ai limiti dell'area piccola. Il gol subito ha fatto suonare la sveglia e il Bologna ha cercato di uscire dal guscio (ma perché non prima?), sfiorando la rete con Di Vaio che al 58° di testa ha clamorosamente spedito a lato un bel cross di Garics. Il Bologna ha continuato a premere sull'acceleratore, senza tuttavia creare grossi pericoli alla porta di Agazzi nonostante l'ingresso in campo di Meggiorini al posto di Mudingayi, acciaccato. E così, su una ripartenza degli isolani, è arrivato il gol che ha chiuso i conti: Nainggolan, avventatosi su una respinta della difesa, ha battuto Viviano con un destro rasoterra dal limite dell'area. Nell'occasione il numero uno rossoblù è apparso tutt'altro che impeccabile, facendosi colpevolmente infilare sul primo palo dalla distanza. D'altronde, tirando in porta, ogni tanto può capitare di trovare il gol: ma forse questo concetto è troppo complicato per Malesani e per i suoi giocatori, che hanno così vanificato il sofferto pareggio interno contro la Juventus. Ora su Casteldebole aleggiano nubi pesantissime.
I rossoblù adesso si trovano all'ultimo posto della classifica con 8 punti, insieme a Cesena, Bari, Parma e Fiorentina (quest'ultima con una partita in meno). E, a detta degli addetti ai lavori, a serio rischio penalizzazione per la vicenda Irpef, nonostante Porcedda abbia a più riprese rassicurato l'ambiente sostenendo che è una possibilità molto remota. Perciò sabato contro il Lecce al Dall'Ara sarà una sfida da ultima spiaggia: i salentini sono a quota 11 punti e la vittoria è l'unico risultato possibile per scacciare la crisi e dare respiro ad una classifica anemica, ma per fortuna ancora corta. Ma se non si comincia a fare risultato pieno con le dirette concorrenti, sarà corta ancora per poco. Il problema è sempre lo stesso: quando il Bologna deve difendersi a riccio, con un po' di fortuna può strappare qualche punto anche contro avversari sulla carta fuori portata, ma ha il limite di non riuscire mai a pungere in contropiede, essendo privo di un uomo in grado di far ripartire l'azione con un minimo di lucidità. Per questo motivo, se vuole provare a vincere la partita è costretto a scoprirsi e a quel punto il castello di carte crolla e i limiti dei difensori vengono tutti a galla. E se il capitano è in giornata no come oggi, non c'è nessun altro che sia in grado di spingere un pallone nella rete avversaria: purtroppo questa è ormai una costante. L'anno scorso a sopperire alle difficoltà nel creare palle gol ci ha pensato un Adailton in stato di grazia: quest'anno l'unico che sulla carta avrebbe tutti i numeri per farne le veci a livello realizzativo è Ramirez, che però è stato colpito da tanti piccoli infortuni che non gli hanno permesso di entrare in condizione. Meggiorini e Paponi stanno deludendo: spesso vengono schierati in zone del campo lontane dalla porta, è vero, ma questa attenuante non è sufficiente a giustificarne l'improduttività offensiva.
E' necessario un cambio di rotta, subito: col Lecce servirà una prestazione aggressiva, di sostanza e arrembante, per portare a casa tre pesantissimi punti: il bel calcio, quando si è ultimi in classifica, è uno sfizio che può aspettare.
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Nel primo tempo il Bologna è apparso rinunciatario (e questa purtroppo non è una novità), lasciando il possesso palla e l'iniziativa nelle mani dei rossoblù isolani, più volte vicini al gol soprattutto al 30° con Nenè, sulla cui conclusione ravvicinata Viviano si è superato, e al 38° con Matri, che da posizione defilata ha colpito il palo esterno.
Nel secondo tempo Malesani ha cercato di porre rimedio alla sterilità offensiva dei suoi inserendo Ekdal al posto di Radovanovic e Gimenez per Paponi, ma al 51° è stato il Cagliari a passare: dormita della difesa rossoblù, soprattutto di Britos che saltando a vuoto su un cross di Cossu ha lasciato Nenè libero di battere Viviano con un tocco di destro ai limiti dell'area piccola. Il gol subito ha fatto suonare la sveglia e il Bologna ha cercato di uscire dal guscio (ma perché non prima?), sfiorando la rete con Di Vaio che al 58° di testa ha clamorosamente spedito a lato un bel cross di Garics. Il Bologna ha continuato a premere sull'acceleratore, senza tuttavia creare grossi pericoli alla porta di Agazzi nonostante l'ingresso in campo di Meggiorini al posto di Mudingayi, acciaccato. E così, su una ripartenza degli isolani, è arrivato il gol che ha chiuso i conti: Nainggolan, avventatosi su una respinta della difesa, ha battuto Viviano con un destro rasoterra dal limite dell'area. Nell'occasione il numero uno rossoblù è apparso tutt'altro che impeccabile, facendosi colpevolmente infilare sul primo palo dalla distanza. D'altronde, tirando in porta, ogni tanto può capitare di trovare il gol: ma forse questo concetto è troppo complicato per Malesani e per i suoi giocatori, che hanno così vanificato il sofferto pareggio interno contro la Juventus. Ora su Casteldebole aleggiano nubi pesantissime.
I rossoblù adesso si trovano all'ultimo posto della classifica con 8 punti, insieme a Cesena, Bari, Parma e Fiorentina (quest'ultima con una partita in meno). E, a detta degli addetti ai lavori, a serio rischio penalizzazione per la vicenda Irpef, nonostante Porcedda abbia a più riprese rassicurato l'ambiente sostenendo che è una possibilità molto remota. Perciò sabato contro il Lecce al Dall'Ara sarà una sfida da ultima spiaggia: i salentini sono a quota 11 punti e la vittoria è l'unico risultato possibile per scacciare la crisi e dare respiro ad una classifica anemica, ma per fortuna ancora corta. Ma se non si comincia a fare risultato pieno con le dirette concorrenti, sarà corta ancora per poco. Il problema è sempre lo stesso: quando il Bologna deve difendersi a riccio, con un po' di fortuna può strappare qualche punto anche contro avversari sulla carta fuori portata, ma ha il limite di non riuscire mai a pungere in contropiede, essendo privo di un uomo in grado di far ripartire l'azione con un minimo di lucidità. Per questo motivo, se vuole provare a vincere la partita è costretto a scoprirsi e a quel punto il castello di carte crolla e i limiti dei difensori vengono tutti a galla. E se il capitano è in giornata no come oggi, non c'è nessun altro che sia in grado di spingere un pallone nella rete avversaria: purtroppo questa è ormai una costante. L'anno scorso a sopperire alle difficoltà nel creare palle gol ci ha pensato un Adailton in stato di grazia: quest'anno l'unico che sulla carta avrebbe tutti i numeri per farne le veci a livello realizzativo è Ramirez, che però è stato colpito da tanti piccoli infortuni che non gli hanno permesso di entrare in condizione. Meggiorini e Paponi stanno deludendo: spesso vengono schierati in zone del campo lontane dalla porta, è vero, ma questa attenuante non è sufficiente a giustificarne l'improduttività offensiva.
E' necessario un cambio di rotta, subito: col Lecce servirà una prestazione aggressiva, di sostanza e arrembante, per portare a casa tre pesantissimi punti: il bel calcio, quando si è ultimi in classifica, è uno sfizio che può aspettare.
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